Attualità
A Vintebbio celebrato un incontro di ospitalità ecumenica
Sabato 14 aprile a Vintebbio, nella chiesa Evangelica Metodista, è stata organizzata la celebrazione ecumenica della Parola: come evento conclusivo al ciclo di manifestazioni tenutesi durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, lo scorso gennaio, secondo la liturgia concordata per l’anno in corso dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Il tema scelto, elaborato e preparato quest’anno dai cristiani dell’Indonesia è stato: «Cercate di essere veramente giusti» (Deuteronomio 16, 18-20)
Hanno concelebrato: sacerdote don Ambrogio Asei Dantoni, diacono Pier Luciano Garrone (chiesa cattolica); padre Julian Paun (chiesa ortodossa rumena), pastore Stanislao Calati (chiesa evangelica metodista). Ha animato la celebrazione il coro dei bambini della Parrocchia San Giovanni Battista di Serravalle, con il supporto di alcuni adulti della Corale, e l’accompagnamento alla chitarra di Elisa Sezzano e Marco Avondo.
Nel sermone il pastore Stanislao Calati ha illustrato il tema della Giustizia, partendo dal capitolo 16 del «Deuteronomio», – in cui Mosè istituisce la più importante festa ebraica, quella delle Capanne, dando istruzione su come celebrare, istituisce i Tribunali che guidano il popolo e ammonisce a non contaminare il culto del dio di Israele con quello di altri dei – invitando a cogliere il denominatore comune di queste tre cose molto diverse tra di loro: la giustizia, cioè equità, non accettazione dei regali che «rendono ciechi e sordi», ma ricordando che, sebbene qualsiasi convivenza pacifica si fondi sulla giustizia, ciò che è giusto e ciò che è legge non sempre corrispondono: «La giustizia verso Dio ha come corrispettivo un atto di giustizia nei confronti degli uomini: questa è la solidarietà, perché le differenze economiche, sociali ed etniche non contano al cospetto di Dio». A Dio appartiene la terra e ciò che produce per sua grazia, e tutti hanno diritto all’essenziale per vivere, diritto che deriva dall’essere tutti stati creati da Dio. La giustizia di Dio impone di provvedere ai bisogni di chi non possiede nulla. La Scrittura ammonisce gli Ebrei a non dimenticare di essere stati schiavi in Israele: riferito all’oggi ciascuno dovrebbe ripensare che i nostri padri, o i nonni, usciti da una guerra terribile, hanno ricostruito con grandi sacrifici, aprendo il cuore alla comprensione della sofferenza.
Prima dell’inizio della celebrazione erano stati distribuiti dei foglietti di carta copiativa sui quali ciascuno era stato invitato a scrivere le proprie «intenzioni di preghiera»: una parte veniva trattenuta, l’altra messa in un cestino, dal quale, uscendo dalla chiesa, ognuno attingeva, per ricevere una seconda «intenzione» per la quale si era invitati a pregare: «Una bella confusione che lo Spirito Santo attiva», come ha commentato uno dei celebranti per valorizzare la pluralità degli approcci al tema e alle finalità dell’incontro.
Al termine don Ambrogio ha portato il saluto e la benedizione dell’arcivescovo, don Marco Arnolfo, il cui desiderio è quello che l’unità dei cristiani si realizzi nei fatti e con testimonianze di vita, e ha ringraziato tutti i presenti con i quali ha condiviso la bella celebrazione e in particolare Alessandra: ricordando come le offerte raccolte grazie alla generosità dei convenuti, € 218,70 euro, saranno utilizzate sia per la chiesa evangelica, che per i restauri della chiesa parrocchiale di Vintebbio, in memoria del parroco don Pietro Lupo.
Alessandra Delvecchio «anima di Vintebbio» e Pier Luigi Ranghino, presidente del Consiglio di Chiesa della Chiesa Evangelica Metodista di Vercelli, hanno ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per concretizzare questo progetto, che per Vintebbio è già al terzo anno. Alessandra ha offerto ai celebranti un libro scritto da don Vincent C. Ifeme, nigeriano, attualmente direttore dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso nella zona di Ascoli Piceno: «L’ecumenismo non è opzionale», un richiamo pastorale e un invito a riscoprire nell’ecumenismo un aspetto importante della vita della chiesa, stimolante e molto in tema con il percorso che prosegue da tre anni in modo continuativo.
Una festosa merenda, preparata dagli accoglienti soci del CRV, Centro Ricreativo Vintebbiese, nella struttura che ospitava la ex scuola elementare, ha concluso amichevolmente un pomeriggio di intensa spiritualità e di autentico spirito ecumenico.
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