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Al Pian dei Gàzzari sulle orme di Fra’ Dolcino

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Il sentiero numero 242 non è in realtà tra i più frequentati e neppure dei più comodi da percorrere, tuttavia permette di raggiungere il Pian dei Gàzzari, limitato altopiano più conosciuto come Parete Calva o «del Mezzodì», a 1.426 metri, dove ci sarebbero testimonianze della presenza della roccaforte di Fra’ Dolcino in Valsesia.

Le notizie storiche e le leggende legate all’eretico, la posizione di questo altopiano al culmine della Parete Calva in un ambiente estremamente aspro sono i motivi per i quali da tempo il CAI ha mantenuto l’interesse per questo itinerario. Erano arrivate segnalazioni del cattivo stato del percorso, invaso dalla vegetazione e con la segnaletica ormai carente e per questo, nel primo mercoledì di luglio, la Commissione Segnaletica coi suoi volontari è intervenuta per ripristinare la percorribilità. Il sentiero inizia a Dughera, frazione situata poco dopo il ponte sul Sesia in direzione di Rassa, e prosegue dai pressi della chiesetta, lungo una mulattiera che via via diventa più esile, supera le Scalette della ringhiera, raggiunge l’Orello Bruciato e attraversa con un breve tratto attrezzato il Croso della Posa.

Prende quindi a salire più decisamente, superando alcune rocce inclinate con l’incisione del Pè dal Caval (leggendaria impronta del cavallo dell’eretico) e tralasciando la deviazione per la zona di arrampicata. Sale alla Falconera, dove si sottopassa una parete, la aggira, raggiungendo il poggio del Selletto della Scala e in forte salita nel bosco di betulle si raggiunge l’intaglio del Bondetto. Una catena aiuta a superare un paio di brevi salti di roccia che permettono di arrivare all’ondulato pianoro del Pian dei Gàzzari, così chiamato dal nome dato dai valsesiani ai seguaci di Fra’ Dolcino.

Una targa, alcune incisioni e il libro di vetta attendono i visitatori che giungono sull’altopiano, limitato da spalti rocciosi su cui sono state tracciate ardite via di roccia. Si tratta di un itinerario in ambiente aspro e solitario che mantiene però un particolare fascino per le reminiscenze storiche e leggendarie e per questo i nostri volontari hanno ritenuto interessante mantenerne la percorribilità.

Per la commissione segnaletica CAI Varallo,
Elio Protto

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