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Alla Conviviale del Rotary Club Valsesia il Prof. Francesco Profumo

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Alla Conviviale del 15 giugno il Rotary Club Valsesia ha invitato il Prof. Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per parlare di: “Il contrasto alla povertà educativa minorile: sfide e prospettive per costruire un futuro senza diseguaglianze”. Alla serata erano presenti i Presidenti di alcuni Club Rotariani: Massimo Latorraca del Borgomanero, Paola Salzano del Torino Mole Antonelliana, Roberto Vineis del Vallemosso, la Presidente dell’Inner Wheel Valsesia, Fiorella Di Marco Proietti e la Presidente del Club Soroptimist Eugenia Borzone. Laura Cerra, Presidente della Fondazione Valsesia. Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Alberghiero, Professor Carmelo Profetto, ha ringraziato insegnanti e ragazzi che si sono impegnati per ospitare la serata a scuola, nonostante si fosse già in tempo di esami: “Questa sera i ragazzi hanno dato un ottimo esempio di ciò che i giovani sanno fare”, sottolineando la sinergia che si è creata con il Rotary Club Valsesia.

La Presidente del Rotary Club Valsesia, Patrizia Rizzolo, per molti anni è stata Dirigente Scolastica e quindi conosce dall’interno il mondo della scuola e i giovani: con Nino Olivotto, ingegnere informatico, nel 2020 aveva dato vita ad un importante progetto triennale, che coinvolge gli Istituti Scolastici del territorio: “Smart learning: apprendere meglio si può, tutti e ora”, nato anche per contrastare in modo efficace la povertà educativa. Presentando l’illustre ospite, Patrizia Rizzolo ha ricordato due “azioni” importanti del tempo in cui Profumo fu Ministro dell’Istruzione: la “Scuola in chiaro” realizzata creando un “portale” per tutti gli Istituti della penisola e l’attenzione posta al sistema di valutazione, per dare la giusta valorizzazione al merito.

“Al tema della povertà educativa ho dedicato tutta la mia vita, perché l’educazione dei giovani deve essere la priorità del nostro Paese, che purtroppo finora ha attivato investimenti altalenanti”: dopo questa premessa l’intervento di Francesco Profumo ha cercato di rispondere alla domanda: “Cosa avranno bisogno i bambini di oggi che termineranno la scuola nel 2041?” sottolineando che la continuità nell’educazione è fondamentale. Oggi in Italia ci sono un milione e quattrocentomila bambini in povertà educativa assoluta e tre milioni in povertà educativa relativa: questa povertà si declinerà in povertà economica e culturale: “Partire con un così grande svantaggio grava pesantemente sul futuro di questi bambini”. In Italia l’abbandono scolastico è più alto che negli altri paesi europei, un altro fattore negativo è la drastica riduzione delle nascite, della quale si vedranno gli effetti negli anni: già oggi sono di più i pensionati rispetto alle persone che lavorano, mentre l’altra grave emergenza è quella della sanità.

La povertà educativa è generata dalle condizioni familiari, quindi si è cercato di contrastarla mettendo insieme soggetti forti e soggetti deboli, creando un meccanismo che ha consentito di lavorare in velocità: è stato reso disponibile un credito d’imposta ai soggetti impegnati in questo compito, come la Compagnia di San Paolo, la prima nel nostro paese per capacità erogativa: “Sono stati coinvolti cinquecentomila bambini in condizioni di grave povertà educativa e l’operazione ha avuto successo, come dimostrano le comparazioni fatte valutando i percorsi avviati nel 2017”.
Il tema dell’educazione non riguarda solo la scuola, che da sola non può farcela: è necessario predisporre percorsi di accompagnamento con educatori, per fare attività educativa anche al di fuori degli edifici scolastici, attivando la Comunità educante che coinvolge docenti, famiglie, ragazzi e ragazze: “I bambini di oggi, che tra vent’anni saranno adulti, di cosa avranno bisogno? Si dovranno fornire strumenti per essere più reattivi di fronte alle difficoltà, e competenze, indipendentemente dal tipo di lavoro che verrà svolto. I risultati di questi progetti dovranno essere consegnati allo Stato per capire se possano essere inseriti nelle politiche del paese, perché l’educazione è veramente alla base di un paese migliore”.
Profumo ha ricordato come la Compagnia di San Paolo sia nata nel 1563 per aiutare le persone più fragili, poi venne costituito l’Istituto Pio che interveniva direttamente sulle persone. La Compagnia nel 1650 si trasformò nel Monte dei Pegni, creando uno strumento importante contro l’usura. Nel 1990 Amato divise la parte del business da quella filantropica e da allora le Fondazioni sono molto cresciute. La Compagnia di San Paolo in questi ultimi anni si è posta come priorità d’investimento l’educazione e ha avviato un percorso interessante sul tema delle “città dell’educazione”: “Attraverso la sussidiarietà fiscale lo Stato rinuncia a parte delle risorse proprie trasferendole alle Fondazioni, chiedendo loro di mettere in atto progettualità comuni. L’obiettivo è quello di arrivare alla personalizzazione degli interventi educativi, il passo successivo prevede che i docenti formulino proposte educative a seconda delle condizioni. La Compagnia si è già impegnata per i primi cinque anni”.
L’intervento di Profumo ha offerto molti spunti di riflessione, come ha osservato la Presidente del RC Valsesia: “Conforta sapere che dietro a questo progetto qualcuno sta lavorando per risolvere il problema della povertà educativa” e Profumo ha aggiunto: “La fascia 0 – 6 è quella più importante per tutti i bambini, il processo sarà lungo, articolato e complesso: è stato creato un Comitato Scientifico presieduto dal responsabile per l’ONU per la formazione, si sta cercando di impegnarsi al meglio”.

 

Piera Mazzone

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