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Alle strutture residenziali aumento del 3,5% della quota sanitaria, nessun impatto sulle famiglie

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La Regione Piemonte e i rappresentanti degli enti gestori delle strutture residenziali – Rsa, disabilità, psichiatria, dipendenze e minori – hanno raggiunto un accordo sulle risorse a sostegno del comparto: riconosciuto un aumento del 3,5% per la quota sanitaria, che non genera impatti sulle rette a carico delle famiglie.

Alle strutture residenziali aumento del 3,5% della quota sanitaria, nessun impatto sulle famiglie

Durante un incontro al quale hanno partecipato il presidente Alberto Cirio e gli assessori alle Politiche sociali Maurizio Marrone e alla Sanità Luigi Genesio Icardi, è stata espressa unanimemente la volontà di affrontare le difficoltà del settore e di individuare una strada che consenta di sostenere il sistema senza gravare sulle famiglie. Gli enti gestori hanno riconosciuto l’impegno della Regione, che già nel 2021 aveva provveduto a un primo adeguamento delle risorse, e da parte dell’amministrazione è arrivato l’apprezzamento per il ruolo attivo e partecipe delle strutture nella gestione della pandemia.

Si è così convenuto che per il 2024 la Regione riconosca un aumento del 3,5% delle risorse destinate ai gestori delle strutture residenziali ad integrazione della quota sanitaria, per un totale di 16 milioni di euro. Queste risorse sono riservate alla quota dei posti letto convenzionati con il sistema sanitario nazionale, ma sono vincolate al fatto che nemmeno la tariffa dei posti non convenzionati venga rivista al rialzo. Inoltre, la Regione ha richiamato le strutture firmatarie dell’accordo al rispetto dei contratti comparativamente più rappresentativi, così come previsto dalla delibera di Giunta che richiama l’accordo sottoscritto lo scorso novembre con le rappresentanze sindacali dei lavoratori.

«Con questo stanziamento sosteniamo le strutture residenziali in un momento di difficoltà senza gravare sulle famiglie – precisa il presidente Cirio – La Regione mette a disposizione 16 milioni a supporto di un settore che si conferma fondamentale per l’assistenza agli anziani e ai fragili e che ha dato il suo prezioso contributo anche durante i lunghi mesi dell’emergenza Covid, ma chiede ai gestori di rispettare i criteri per l’accreditamento, tra cui quello che prevede l’applicazione dei contratti comparativamente più rappresentativi con tutele e salari equi per i lavoratori».

«Consapevoli del momento di difficoltà generale che grava su tutta la comunità, rivendichiamo di aver programmato aumenti tariffari solo rispetto alla quota sanitaria, senza rincarare di un euro la quota sociale che, lo ricordiamo, altrimenti graverebbe direttamente sulle famiglie e sugli enti gestori dei servizi socio-assistenziali dei Comuni. Una scelta precisa di equità, che mette le famiglie piemontesi e i loro cari al primo posto», commenta l’assessore Marrone.

L’assessore Icardi mette l’accento sul fatto che «l’accordo è frutto di un continuativo e costruttivo confronto con le rappresentanze di categoria, nel comune intento non solo di curare, ma di prendersi cura dei pazienti più fragili, garantendo attraverso la rete delle Rsa interventi efficaci di prevenzione e assistenza per evitare dove possibile il ricorso all’ambito ospedaliero e ridurre i ricoveri inappropriati. Una sfida per la quale la Regione ha fatto la propria parte, senza gravare sulle famiglie, comprendendo le loro difficoltà sul fronte della spesa sociale».

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