Attualità
All’hospice Casa Tempia di Gattinara una targa per ricordare il contributo dei Rotary Club
Durante una piccola cerimonia, lunedì 4 febbraio, è stata scoperta all’hospice Casa Tempia di Gattinara una targa che ricorda il contributo dei Rotary Club a sostegno dei lavori di rimessa a nuovo della struttura. Dal 15 gennaio dell’anno scorso il servizio per le cure palliative dei pazienti oncologici è gestito dalla Fondazione Tempia per conto dell’Asl di Vercelli. In questi primi dodici mesi molto è stato fatto a beneficio dei malati, anche grazie al sostegno delle donazioni e dei contributi come quelli dei Rotary di Vercelli e Gattinara.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri,le presidentesse dei due club, Benedetta Delleani e Ketty Zampaglione, insieme al sindaco Daniele Baglione e al presidente del consiglio comunale di Gattinara Gianluca Valeri. Ad accoglierli la presidente della Fondazione Tempia Viola Erdini e Alfredo Pino, co-presidente della Fondazione, che ha seguito da vicino i primi passi della struttura con la nuova gestione: «Già dal 2007» ha ricordato «forniamo i medici all’hospice. Dall’anno scorso abbiamo preso in gestione tutto, implementando il personale e occupandoci anche dei servizi collaterali ma necessari, dalla manutenzione alla pulizia, dai laboratori all’assistenza psicologica». In particolare, come ha ricordato la responsabile sanitaria Tina Caltavuturo, «i medici da due sono diventati quattro, la psicologa è a tempo pieno e si sono aggiunte una fisioterapista e un’assistente sociale».
Il lavoro prevede non solo la cura dei degenti (circa 150 ogni anno) ma anche le visite domiciliari ai pazienti non ricoverati che, almeno una volta la settimana, sono visitati da un medico. Le visite sono circa 1500 l’anno. «Le cure palliative sono da sempre tra i compiti che la nostra associazione ha portato avanti» ricorda Viola Erdini. «Siamo stati chiamati di recente a partecipare a un tavolo regionale che si propone di studiare un progetto in tutto il Piemonte. A Gattinara il nostro obiettivo è far sentire il malato il più possibile come a casa, in un momento davvero difficile per lui e per i suoi familiari».
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