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Anpi di Rossa ha ricordato le vittime dell’eccidio al Fej
ROSSA – Il 7 novembre del 1944 una squadra partigiana dell’84esima brigata «Strisciante Musati» si trovava all’alpe Fej di Rossa pochi giorni dopo aver dato sepoltura al comandante partigiano «Martin Valanga», al secolo Martino Giardini, ucciso all’alpe Tracciora per l’esplosione accidentale di un ordigno che teneva nello zaino.
Anpi di Rossa ha ricordato le vittime dell’eccidio al Fej
Ai funerali, celebratisi a Rossa, parteciparono molti comandanti partigiani. L’eccessiva pubblicità concentrò l’attenzione nazifascista: il tenente Guido Pisoni, appartenente alle SS italiane guidò una spedizione di SS tedesche e legionari della «Muti» verso l’alpe Fej. La manovra di accerchiamento delle baite in cui riposavano i partigiani riuscì e poco dopo l’alba si aprì il fuoco; quattro partigiani morirono sul campo, i loro cadaveri furono straziati e le baite dell’alpeggio vennero date alle fiamme.
Gli altri sei partigiani furono portati a Balmuccia dove, dopo estenuanti trattative, il parroco locale riuscì a evitare la fucilazione di quello più giovane. L’esecuzione venne ordinata dal tenente Pisoni e rientrò fra i capi di imputazione che lo portarono a processo, in contumacia, e alla condanna a morte mai eseguita.
Domenica 9 novembre, su iniziativa dell’Anpi, al Fej di Rossa sono state ricordate le vittime dell’eccidio. Numerose le presenze alla cerimonia, che ha visto momenti di ricordo e di approfondimento storico.

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