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Bandiere a mezz’asta per solidarietà verso il popolo afghano e le sue donne a Borgosesia

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BORGOSESIA – Dal 16 agosto, a Borgosesia le bandiere cittadine sventolano a mezz’asta.

Dopo poche ore dai tragici eventi che hanno colpito l’Afghanistan destabilizzando il mondo intero, il sindaco Paolo Tiramani, se pur a distanza, ha voluto dimostrare solidarietà alla popolazione di quei territori, verso i tanti uomini, ma soprattutto le molte donne, che hanno subito la violenta presa di controllo da parte dei Talebani. Una gesto che serve a chiedere, come recita il Decreto Sindacale n. 13 firmato dal Sindaco «a tutto il  mondo occidentale di non lasciare questa popolazione nelle mani di un regime oscurantista e irrispettoso dei diritti umani e a ricordare i nostri cittadini caduti in missione in Afghanistan con lo scopo di portare democrazia e rispetto in una terra dilaniata».

Le vicende che hanno interessato questa parte del mondo sono note: tra il 14 e il 15 agosto i talebani hanno fatto ingresso a Kabul, mettendo in fuga migliaia di afghani che, disperati, ancora in questi giorni cercano in tutti i modi di lasciare il Paese. Oltre alla caduta di un Paese in cui le nostre truppe avevano il compito di mantenere la pace, il timore più grande ora riguarda il destino delle donne: sono loro a rischiare di ricadere nella condizione del precedente regime, quando era loro negata ogni tipo di libertà: da quella di uscita, a quella di studio, lavoro e, chiaramente, voto. Negli ultimi 20 anni, grazie all’azione di tante attiviste, le donne afghane hanno a poco a poco riconquistato alcune progressive concessioni: sono potute tornare a scuola, al lavoro, nelle televisioni e hanno potuto votare.

Oggi tutto questo è a rischio e l’Occidente non può voltarsi dall’altra parte. Sulla tutela della libertà e dell’affermazione femminile si è espresso, ancora, il sindaco Tiramani: «A Borgosesia abbiamo realizzato un monumento dedicato alla tutela della legalità, dedicandolo a una donna, simbolo di forza e di amore: Emanuela Setti Carraro che è sinonimo del rispetto che la nostra città e la nostra cultura hanno per le donne. Sono basito dal silenzio assordante di donne autorevoli della nostra politica sul destino delle donne afghane: vogliamo stare fermi a guardare, attendendo che accada ciò che illustra la fotografa iraniana Shadi Ghadirian? La sua fotografia è choccante: una donna islamica e la sua bambina che tiene in braccio vengono progressivamente “cancellate”, fino a scomparire nel nero di un velo che le copre completamente. Io non ci sto».

L’iniziativa di Tiramani ha avuto presto una grande eco: diversi Sindaci italiani hanno deciso di seguirlo esponendo bandiere a mezz’asta: «Sono contento»  commenta il primo cittadino  «soprattutto per la mobilitazione dei colleghi Sindaci, che anche in questa occasione dimostrano la sensibilità verso i problemi concreti della gente. Tutto questo anche grazie alla stampa nazionale, che ha subito colto la portata dell’iniziativa, divulgandola e rendendo possibile questa condivisione. In Valsesia le bandiere a mezz’asta sono apparse subito nei Comuni di Varallo e Quarona; poi sono stato piacevolmente sorpreso nel vedere che anche a Treviso, Vicenza, Ferrara, Cortona si è deciso di seguire questa mia proposta: è un modo per far sentire che gli italiani sono vicini a quel popolo che sta soffrendo, e anche indignati nel ricordo dei nostri soldati che in questi 20 anni hanno perso la vita per un progetto che avrebbe dovuto liberare l’Afghanistan, e che invece oggi lo riconsegna nelle mani dei Talebani».

Ma non solo: il comunicato del Sindaco di Borgosesia è stato rilanciato da diverse agenzie di stampa. Tra le testate che hanno approfondito l’iniziativa, ci sono anche «Il Mattino»  di Napoli, «Il fatto quotidiano»   e «Open»: «Alcuni si sono detti sorpresi che un Sindaco della Lega abbia adottato questa iniziativa»  aggiunge Tiramani.  «In realtà essa rientra nella nostra linea: siamo aperti ad accogliere chi è in difficoltà, con una politica equilibrata e condivisa a livello europeo; mi sono rivolto a tutti i Sindaci italiani ed europei, auspicando un movimento d’opinione collettivo finalizzato a sostenere le donne afghane e tutti coloro che rischiano la vita a causa del regime che si è insediato a Kabul. Io, come ho detto, nell’ambito di un progetto europeo di accoglienza sono pronto ad accogliere i bisognosi: mi auguro che l’Europa si attivi in tal senso, perché ne va del futuro del mondo intero».

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