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Borgosesia: è partito il progetto «Pillole in versi»

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BORGOSESIA – Ne usiamo a centinaia ogni giorno, le adoperiamo per comunicare bisogni, chiedere attenzioni, esprimere opinioni, ripetiamo formule precise a seconda del contesto e, spesso, ce ne lasciamo scappare qualcuna di troppo, se ci fanno arrabbiare.

Le parole sono alla base della nostra sopravvivenza, anzi, sono un attributo fondamentale della nostra esistenza in quanto, noi, esseri umani: che siano scritte, dette, pensate, le parole mettono in essere la realtà, le parole agiscono e uniscono. Purtroppo, oggi le parole hanno perso un po’ del loro potere, spesso ne abusiamo, o le pronunciamo con troppa leggerezza o addirittura per offendere e ferire gli altri.

Restituire importanza alle parole e alla loro azione, è questo l’obiettivo che sta alla base del progetto ideato dalla prof. Maria Rosa Pantè, e presentato lunedì 12 marzo in sede di conferenza stampa da remoto: «Pillole in versi», una cura dell’anima che passa attraverso la poesia, a disposizione di tutti.

«Una sera di inverno, con la pandemia in corso» racconta Maria Rosa Pantè «avevo pensato che la poesia avrebbe potuto fare bene a tanta  gente, farla sentire curata, considerata, riempirla di bellezza. Ho pensato a un titolo, “Pillole  in versi”. Siccome sono docente e referente, nell’istituto  IIS Lancia  di  Borgosesia, di educazione civica e di educazione  alla comunicazione  digitale, ho ritenuto che  la  poesia  potesse  essere  il  modo  giusto per  riavvicinare i bambini, le bambine, i giovani, le giovani e per arginare, se possibile, l’abitudine di usare  le  parole  in maniera non solo violenta ma sprezzante. Le  parole non sono solo pietre  o  carezze,  sono azioni e ho cercato di spiegarlo a tutti, partendo dalle scuole».

L’iniziativa è partita proprio con i più giovani: grazie alla collaborazione con i presidi e i docenti degli istituti borgosesiani, sono stati coinvolti gli studenti di ben 31 classi (dalla prima elementare alla quinta superiore), a cui è stato chiesto di realizzare appunto «pillole in versi»  da donare alla comunità. Poesie famose, terzine dantesche, ma anche testi di canzoni (soprattutto rap) e pensieri individuali scritti per curare l’anima di chi ha maggiore necessità di questa «terapia».

Le «Pillole in versi»  sono già disponibili nelle farmacie e parafarmacie, in alcuni studi medici, nel Centro Diagnostico Uffredi e nelle librerie borgosesiane dove sono già presenti due appositi distributori recanti l’indicazione «prendi un verso»  e «lascia un verso», perché, come spiega Maria Rosa Pantè, la raccolta continua e tutti sono invitati a lasciare un loro pensiero: «Le pillole  in versi  sono state raccolte (e continuano a esserlo) principalmente nelle scuole cittadine;   in ogni classe è stata fatta esperienza di quanto la parola  possa  fare del male e di quanto la parola sia davvero una azione.  Gli allievi hanno scritto alcuni biglietti, indicando nome ed età e  qualcuno ha anche suggerito a quale patologia indirizzare la cura. Le classi terze delle superiori hanno scelto anche versi danteschi, in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante. Sta partecipando una  trentina  di  classi, ma ce ne sono altre pronte, per  ora  rallentate  dal covid. Frattanto stanno raccogliendo versi e scatole anche gli altri luoghi di cura e di aggregazione».

Insieme alle scuole, infatti, si è già creata una solida rete che coinvolge anche la casa di riposo, il centro diurno, la casa della mamma e del bambino, il centro Alzheimer, con la speranza di riunire ancora molte persone e associazioni.
Anche molti poeti e poetesse  da tutta Italia  hanno inviato i loro versi e, come conclude l’ideatrice, ci sono già tante idee per «esportare»  il progetto anche fuori dalla nostra città: «Stiamo pensando di coinvolgere anche gli studi medici e forse l’ospedale,  poi  anche i veterinari. Dipenderà dalla risposta e dalla capacità delle classi e di tutti di portare versi. Addirittura, stiamo pensando a uno sviluppo virtuale con una pagina Facebook e Instagram per riunire la comunità e un hashtag per condividere le poesie e i pensieri. Speriamo di fare un evento  in  presenza  con  parole e corpi,  magari a giugno. Vorremmo coinvolgere in questo caso anche  altri artisti:  pittori, musicisti  ma questa è un’altra storia».

Collaborano al progetto con Maria Rosa  Pantè, Laura Cerra, farmacista e presidente di Fondazione Valsesia, Lorenza Erme della Libreria Nuova Idea, il prof. Carmelo Profetto, dirigente scolastico dell’IS Lancia, docenti e studenti delle scuole borgosesiane

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