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Borgosesia emergenza covid: riconoscimenti a chi si è messo a servizio della comunità

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BORGOSESIA – Mascherine fatte a mano, attrezzature per uso sanitario e soprattutto tanto, tantissimo tempo: questo è quello che hanno donato le persone che, nel pomeriggio di mercoledì 27 ottobre, sono state omaggiate dal Comune di Borgosesia di un riconoscimento speciale «per la dedizione, la professionalità e il prezioso aiuto offerto per affrontare la pandemia».

Era marzo 2020, le primissime settimane in cui cominciavamo a conoscere la gravità della pandemia appena scoppiata e, mentre la maggior parte di noi, comprensibilmente, era rimasta spiazzata dalla situazione che si stava tristemente evolvendo, alcune persone, tra cui anche associazioni e aziende locali, senza pensarci due volte si sono messe al lavoro per aiutare la comunità.

Come ha ricordato la vice sindaco Emanuela Buonanno durante la cerimonia organizzata nella sala consiliare del Municipio: «In quel momento le mascherine erano introvabili, addirittura neanche gli ospedali ne avevano abbastanza. E queste persone si sono messe all’opera per realizzarle a mano e da lì si è creata una catena di aiuto: da chi ha donato i sacchetti per confezionarle, chi la saldatrice per chiuderli e chi si è offerto di consegnarle a domicilio. A loro, che sono veramente tantissime, va il mio più sentito ringraziamento e, naturalmente, parlo a nome del Comune di Borgosesia. Abbiamo attraversato momenti difficili e ancora oggi mi viene la pelle d’oca a ripensarci, ma di questi momenti mi ricorderò sempre la grande generosità che ho visto».

Le targhe, consegnate  dalla vice sindaco, sono andate  ad Arturo Gronda, imprenditore che ha temporaneamente riconvertito alcuni reparti della sua azienda per la produzione di mascherine, Antonella Caraglia, che ha dato un grandissimo contributo alla realizzazione di mascherine fatte a mano mettendo a disposizione tempo e manodopera, Matteo Rizzio (non presente alla cerimonia), un giovane che quotidianamente consegnava buste della spesa, medicinali, mascherine alle persone, soprattutto anziane e sole, che non potevano uscire per via del lockdown, e, infine, all’Associazione Igea Prevenzione Salute Vita che, con le sue instancabili volontarie, ha confezionato centinaia di mascherine e camici per l’ospedale di Borgosesia.

Mercoledì pomeriggio è stato, inoltre, presentato dalla dott. Patrizia Colombari il libro scritto a più mani dagli specialisti dell’S.C. di Psicologia dell’Asl di Vercelli «Le ferite della cura».  Basato sull’esperienza diretta di chi convissuto a stretto contatto con la malattia, il libro racchiude i pensieri, le storie, ma soprattutto le paure che hanno provato i medici, i ricoverati, i familiari durante i primi mesi della pandemia, mettendo in mostra quanto sia stato fondamentale il supporto psicologico per poter affrontare l’emergenza. Come ha spiegato la dott. Colombari: «In quanto reparto di Psicologia, abbiamo sentito il bisogno di mettere per iscritto quanto abbiamo vissuto e visto per dare voce a chi, con fatica, determinazione ma anche tanta paura, ha dovuto interfacciarsi con il covid ogni giorno. A molti è stato utile per riuscire ad andare avanti: parlare delle proprie emozioni e angosce ha aiutato tanto i medici e gli infermieri, quanto i malati e i familiari. E oggi, nel periodo post emergenza, sono sempre di più le persone che richiedono un supporto psicologico per poter ripartire».

I proventi dalla vendita del libro sosterranno gli ambulatori dedicati ai bambini affetti da autismo ai ragazzi con disturbo del comportamento alimentare dell’Asl di Vercelli.

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