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Borgosesia, la Consulta propone un incontro con la psicologa Laura Giuliani

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Borgosesia, la Consulta propone un incontro con la psicologa Laura Giuliani

BORGOSESIA – Il giorno di San Valentino, il tradizionale incontro mensile della Consulta, Agorà del Borgo, è stato dedicato ad un incontro con la psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Laura Giuliani, che per più di vent’anni ha lavorato in collaborazione con le scuole della Valsesia, instaurando relazioni di dialogo con i docenti, gli allievi ed i genitori.

Borgosesia, la Consulta propone un incontro con la psicologa Laura Giuliani

L’occasione dell’incontro è scaturita dalla pubblicazione del suo libro: “Anziché dire così. Le frasi che aiutano a crescere e a far crescere”: “Quale migliore modo per onorare l’amore leggendolo in maniera più ampia e trasversale?”.

Laura Giuliani ha aperto l’incontro ponendo al numeroso pubblico una domanda volutamente provocatoria: “Voi vi amate?”. Il desiderio di essere amati è collocato nel “cervello rettiliano”, quello più primitivo, mentre la capacità di amare, il saper amare risiede nella “neocorteccia” o “cervello cognitivo” e questo è molto indicativo della nostra evoluzione. “Questo saggio l’avevo in testa, ma non avevo il coraggio di scriverlo, di dare spazio a me. E’ un testo pratico, con esercitazioni e l’indicazione di piccoli strumenti da utilizzare nelle nostre esistenze individuali”: la prima parte del testo si sofferma sull’uso del linguaggio consapevole per avvicinare chi legge all’utilizzo della parola in modo “gentile”, priva di pregiudizi e supposizioni, e sempre più consapevole.

Giuliani ha ricordato che una cosa almeno accomunava tutti i presenti: l’essere figli, invitando a riflettere su che tipo di narrazione i genitori, chi ci sta intorno, ha concepito su di noi: etero-narrazioni, e quale invece sia stata la nostra auto-narrazione: “Imparare a volerci bene è faticoso ma possibile, ed è proprio vero che le parole curano, il linguaggio è importante”. Usare parole gentili e consapevoli fa tantissima differenza: “Noi siamo un esempio per i nostri figli, ma anche per noi stessi: occorre sempre dare il meglio di noi stessi in ogni situazione, ma questo non vuole certo dire dare sempre cento, daremo il massimo che possiamo in quel particolare momento. Spesso invece pretendiamo troppo da noi e le emozioni si ammalano e di conseguenza anche il corpo si ammala”. Dobbiamo imparare a fare delle scelte: essere uno sciacallo, che si ciba di carogne, oppure una giraffa, che ha il collo lungo per vedere lontano e il cuore grande, che pesa circa sessanta chilogrammi? Essere la mosca, che in un campo di fiori trova sempre un escremento sul quale posarsi, o l’ape, che anche in una discarica è in grado di trovare l’unico fiore? Occorre cambiare lo sguardo, scegliere e farlo con consapevolezza, certo ci potranno essere ricadute, ma il fatto stesso di accorgercene è già positivo.

La seconda parte del libro è invece dedicata ai copioni, offrendo una guida pratica per capire meglio quanto le narrazioni di chi ci ha cresciuto, abbiano creato in noi gioie, ma anche fatiche emotive e relazionali. Un bagaglio di esperienze che si riflette poi nella nostra vita attuale: sono quattordici i copioni che si possono esplorare e in cui ci si può ritrovare, con un approccio anche molto interattivo. Tra le esemplificazioni delle parti che noi ogni giorno recitiamo si passa da: “Meglio sparire” in riferimento a certe situazioni come nel caso dei genitori che cercano sempre di fare cose positive per i figli, ma dal loro punto di vista, a: “Sforzati”: “Quante volte ci siamo sentiti ripetere a scuola: non si impegna abbastanza, non è costante, non ha un po’ di volontà, siamo stati schiacciati dallo sforzo che gli altri si attendevano da noi”. Il consiglio di Giuliani è stato quello di prendersi due minuti al giorno per non fare assolutamente niente: “All’inizio sembrerà impossibile, ma poi, a poco a poco, riusciremo e ne trarremo grandi benefici”.

L’ultima parte dell’incontro è stata riservata alle domande: sei secondi di attesa, di silenzio in cui si sviluppano dopamine, gli ormoni della motivazione, responsabili della spinta che ci fa iniziare e portare avanti azioni che potrebbero portarci a un risultato gratificante, dimostrano come la narrazione cambi il modo di stare con noi stessi: “E’ un altro punto di vista, per scoprire come il linguaggio abbia attinenza e influenza sui cambiamenti endogeni legati alla produzione di ormoni”.

“Ad una persona che non parla, come arrivo?”: Giuliani ha fatto osservare che esiste un silenzio attivo: “Occorre accettare le sue poche parole come un rispecchiamento”.

“Cosa vi porterete dietro di questo incontro?”: le risposte individuali sono state molto diversificate, perché l’eco suscitata dalle parole di Laura Giuliani è stata varia. Marisa Gardoni ha osservato che il volersi bene è il risultato di una vita, lo si sviluppa con la consapevolezza degli anni che passano. A persone che si definiscono insopportabili Giuliani ha spiegato come spesso mascheriamo i nostri limiti con la supponenza e con l’orgoglio, ma dietro c’è spesso molta sofferenza: “L’emozione che camuffa l’ansia è la rabbia”.

Le riflessioni, i pensieri, la gentilezza con i quali concetti anche complessi sono stati espressi, certo hanno modificato le nostre percezioni e il nostro modo di stare al mondo, curando ferite, ma anche alimentando speranze.

Il prossimo incontro organizzato dalla Consulta sarà mercoledì 26 febbraio al ridotto della Pro Loco: ‘na Cansun ad Carlavè.

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