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Carillion manuale di San Giorgio, avviato il restauro

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VALDUGGIA – Sono iniziati i lavori di restauro conservativo sulla tastiera del carillon manuale di San Giorgio, chiesa madre di Valduggia. L’intervento mira a ripristinare il sistema manuale di suono delle campane. La tastiera, ancora quella originale costruita dalla ditta Mazzola, si presentava infatti seriamente danneggiata: i tasti erano tarlati e i tiranti che li collegano alle campane rotti e ammalorati. Ormai da troppo tempo non era più possibile suonare le campane con questo sistema.

Il restauro del Carillion manuale di S. Giorgio

Un primo rilievo del problema era stato effettuato durante la Festa della Madonna del Rosario e delle Figlie lo scorso ottobre; si è quindi deciso di correre ai ripari e di restituire vita e nuovo splendore allo strumento. La parrocchia ha affidato tutto l’intervento di restauro a Matteo Segantin, ormai volto noto ai valduggesi che lo conoscono da tempo sia come vice presidente del Museo Mazzola che come fondatore del gruppo «Sfasciacampane». «In un primo tempo la tastiera verrà completamente smontata da tutti i suoi elementi meccanici» ha spiegato Segantin, «cioè paletti, ganci e rimandi, lasciando solo lo scheletro in ghisa. Le parti smontate saranno poi portate in officina per una attenta revisione e pulitura: i paletti lignei verranno ripuliti e, se danneggiati, riparati con integrazioni, infine verranno trattati con un impregnante protettivo per una maggiore protezione dalle intemperie». Successivamente si passerà alle parti in metallo: i rimandi di trasmissione, ai quali sarà tolta la ruggine, e le parti filettate, che saranno pulite a caldo perché possano essere ancora funzionali con i dadi originali. Il tutto verrà poi sottoposto a un prodotto antiruggine, come pure lo scheletro della tastiera rimasto nella cella campanaria. L’ultima fase del restauro riguarderà il rimontaggio, rigorosamente nell’assetto originario, e la taratura. Verranno rifatti i collegamenti che partono dalla tastiera e arrivano ai battagli tramite i tiranti e la taratura si effettuerà rispettando i canoni di suono originali, la durezza dei tasti e l’inclinazione delle campane verranno regolate in base a questo criterio. Il restauro, il cui costo ammonta a circa 500 euro, sarà completamente finanziato da un benefattore della Parrocchia in memoria della madre.

L’imponente organo

Tuttavia le cinque campane della chiesa, censite lo scorso anno proprio dagli Sfasciacampane e che risalgono la prima al 1729, la seconda al 1929, la terza e la quarta al 1770 e la quinta al 1881, non sono gli unici strumenti musicali di pregio conservati a S. Giorgio. Segantin, anche un richiesto organista, ha approfittato dell’occasione per «visitare» l’imponente organo Paolo e Alessandro Mentasti a trasmissione meccanica che si trova sopra al portale e che risale al 1872, rilevando diverse particolarità che rendono questo strumento davvero unico e interessante quali i due manuali (inconsueti per un organo italiano di fine Ottocento), di numerosi registri da concerto, incluso quello espressivo chiamato «voci umane». Non ci resta quindi che augurare buon lavoro a Matteo Segantin e sperare che, chissà, in futuro trovi un’occasione per un concerto d’organo a San Giorgio.

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