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Cervarolo: «Crisi idrica? Ma… forse non proprio»

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CERVAROLO – Da tempo un problema enorme affligge i cittadini di Cervarolo-Villa Inferiore: la certezza di trovarsi da un momento all’altro coi rubinetti asciutti.

A niente sono valse le numerose segnalazioni e i numerosi reclami a Cordar Valsesia Spa o al Comune di Varallo, a tutt’oggi il servizio è a dir poco «instabile», eppure è un servizio fondamentale in una società civile. Siamo nel 2022 ma sembrerebbe di essere tornati indietro di un millennio: acqua coi secchi dai cross, come i nostri antenati, a loro almeno non era richiesto di pagare il servizio. In seguito a ciò, un gruppo di noi abitanti, lunedì 19 settembre, si è recato alla Stazione Carabinieri di Varallo per presentare un Esposto alla Procura della Repubblica di Vercelli. A mali estremi estremi rimedi.

Abbiamo raccontato quello che si può definire un calvario di noi residenti per quel che riguarda l’approvvigionamento dell’acqua potabile. Dal 12 agosto a oggi avviene solo tramite cisterne, a singhiozzo. Spesso al mattino ci ritroviamo coi rubinetti asciutti. L’acqua peraltro è imbevibile e non utilizzabile per cuocere cibo, puzza di candeggina (pare a causa cloro) e presenta un colore rossiccio, lascia residui di terra rossa. In realtà è da anni che abbiamo problemi con la fornitura, quest’anno chi di competenza ha imputato il «disguido» alla mancanza di pioggia. Un sopralluogo però ha evidenziato che la sorgente risulta attiva, allora? Forse è un problema di tubature obsolete? Mancanza della pur minima manutenzione? Ma quel che è peggio è la non ricerca negli ultimi anni, nonostante le continue interruzioni del servizio, di una soluzione definitiva al problema.

Le autorità cittadine, se pur a conoscenza del persistere di una criticità, pare non vogliano farsi carico del problema. O perlomeno sembrerebbe non essere una priorità, con immenso dispiacere nostro. Da tempo chiediamo un incontro fra autorità, cittadini e Cordar: ma senza risultato. Voglio far nostro un motto caro ai nostri sindaco e vice sindaco: «fatti, non parole». Ora, quindi, vi chiediamo per favore di fare i «fatti».

 

Immagine di archivio

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