Attualità
Ci ha lasciati, a novantotto anni, il Professor Ero Fogli
SERRAVALLE – Ci ha lasciati, a novantotto anni, il Professor Ero Fogli: una vita molto lunga, ma vissuta intensamente, con grande rispetto ed onestà. Monsignor Gianluca Gonzino nella messa funebre ha ricordato come quel nome insolito racchiudesse un destino: Ero in italiano è l’imperfetto del verbo essere, mentre in latino è il futuro, contiene in sé la speranza dell’immortalità.
Ero nella mitologia era una sacerdotessa d’Afrodite, che ebbe in sorte un tragico destino, non avendo potuto sopravvivere alla morte dell’amato Leandro. Questo nome femminile fu dato dai genitori al loro figlio per ricordare un bambino di Codigoro morto tragicamente, e in quella cittadina della provincia di Ferrara Giorgio Bassani ambientò gran parte del suo romanzo L’airone.
Ero Fogli si costruì un destino: da semplice operaio in ritorcitura a Crevacuore si diplomò maestro, insegnò per molti anni, poi si laureò e passò a Borgosesia alle Scuole Medie Marconi, dove conobbe la sua futura moglie, la collega Enea Delvecchio, che chiamò sempre Luisa.
Entrambi si trasferirono alle scuole medie di Serravalle e lei fu mia insegnante d’italiano, severa ma giusta. A febbraio del 1974 nacque Donata, l’unica, amatissima figlia.
Il Professor Fogli insegnava nella sezione B, e andò in pensione in anticipo: “Lo Stato mi regalò cinque anni come risarcimento della prigionia in campo di lavoro in Germania”, un’esperienza tragica della quale non amava affatto parlare, tranne che per ribadire il concetto che lo aveva sostenuto in quegli anni: “Quando tutto questo finirà, e sarò fuori da questo campo, girerò il mondo da uomo libero”. Mantenne questa promessa, infatti durante le vacanze estive con l’autostop ed usufruendo degli Ostelli della Gioventù, girò l’Europa, arrivò fino a Capo Nord e si spinse anche in Africa. Era davvero un self made man, uno spirito pratico, che sapeva trarsi d’impaccio in qualsiasi situazione.
Quando si formò una famiglia mantenne la passione per i viaggi, attrezzando a camper un furgone Ford Transit. Volle tornare al mare, a quei lidi ferraresi della sua infanzia, ma da lì ogni estate raggiungeva Verona per assistere alla stagione lirica.
Ritrovai Enea ed Ero a Varallo in Biblioteca, iscritti ai corsi di Lingua Piemontese, organizzati con il Centro Studi Piemontesi: uniti, cortesi, attentissimi, per loro era come se il tempo si fosse fermato, eppure Donata è laureata, lavora in farmacia, gentile ed affabile come i suoi genitori, si è sposata con Fabrizio, ha due figli Lavinia e Luca. La vita va avanti, si costruisce il futuro con i mattoncini del presente e certo non svanirà il ricordo di questo insegnante, padre e nonno affettuoso e tecnologico.
Piera Mazzone
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