Attualità
Ciao, Ghelmaccio, ti abbiamo voluto bene!

Il mese di marzo inizia con una brutta notizia… il nostro amico Ghelmaccio ci ha lasciati. Quanti ricordi!
Ciao, Ghelmaccio, ti abbiamo voluto bene!
Nel lontano 1986 la mia amica Delia mi aveva chiesto di sostituirla al bar Smeraldo, dove stava lavorando: sarebbe partita per un viaggio in Honduras e da lì la ricerca di qualcuno che prendesse il suo posto. Al suo ritorno, tre mesi dopo, ero veramente contenta quando Marco, che si era affezionato a me, mi aveva chiesto di restare, e di alternarci nei turni.
E’ stato un bel periodo, durato sei anni. La domenica c’era tanta gente e noi lavoravamo tanto, a volte anche Tonino e Paola, e alla sera lui in dialetto diceva «che bataia, ‘ncoi!». Durante la settimana si ritagliava un po’ di tempo per fare un giro nella baita al Massero o per andare a sciare con gli amici: «Michi» mi diceva, «se ti chiede il nonno, sono andato una scappata a Varallo», e magari era in Val d’Aosta, e tutto ciò per non fare preoccupare il suo anziano papà.
Ricordo con tenerezza i suoi gesti gentili quando ero stanca e mi diceva di andare sopra mezzoretta sul divano a fare un pisolino, o quando ogni settimana comprava una rivista per il bar e prima di metterla sui tavolini la custodiva per noi nei momenti di calma. Era un gran burlone. Ora sarà con tutti gli amici del bar, il Sergio, il Maggi, il Franceschino, il Pierugo e tanti altri. Ti ho voluto bene, Ghelmaccio, e so che era reciproco.
Stavolta ci hai fatto uno scherzo troppo grosso, ci mancherai!
Saluta tutti, lassù. Con affetto, Michela, una delle «Bambine», come ci chiamava il nonno Aristide.

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