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Coggiola, “svelata” la facciata della Parrocchiale di San Giorgio

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«Ingabbiata» da oltre un anno per un importante intervento di risanamento conservativo della facciata che versava in precarie condizioni, nei giorni scorsi, per la gioia dei coggiolesi, la chiesa parrocchiale di San Giorgio è stata liberata dall’impalcatura. Resta ancora il ponteggio nella parte inferiore dell’edificio, ma il «grosso» dell’intervento è finalmente ultimato.
«Volevamo che la gente prendesse visione di quello che è stato finora fatto» spiega don Carlo Borrione; «Purtroppo, per cause che non sono dipese da noi, i tempi si sono molto allungati rispetto a quello che era il cronoprogramma iniziale e quindi ci pareva doveroso, anche in segno di rispetto verso le tante persone generose che hanno sostenuto quest’opera, iniziare a far vedere almeno come era venuta la parte superiore della facciata, riportata finalmente all’antico splendore».
Un’opera che la comunità coggiolese attendeva da tempo: l’ultimo intervento di riqualificazione risaliva, infatti, al 1928. Da allora non era più stato fatto nulla e la facciata poca alla volta era andata deteriorandosi a causa di distacchi di parti di intonaco e della caduta di calcinacci, tanto che già un paio di anni fa, per tutelare i fedeli, il parroco aveva fatto sistemare un ponteggio coperto all’entrata della chiesa e posizionare delle reti di protezione sulle nicchie. Ottenuto quindi dopo svariati confronti il via libera della Soprintendenza delle Belle Arti di Torino a un intervento d’urgenza, nel novembre 2107 è stato finalmente possibile aprire il cantiere. Lavori, che pur se si sono prolungati oltre quella che era l’originaria previsione, stanno restituendo a Coggiola la sua chiesa con una facciata risanata e ritinteggiata, recuperando anche le statue conservate nelle nicchie.

«Non è invece stato possibile» prosegue don Carlo «procedere al recupero dei presunti affreschi (ricoperti per altro già da successivi intonaci) emersi a seguito di un’indagine stratigrafica. Sarebbe stato impensabile anche perché, nel frattempo, si è reso necessario intervenire per adeguare l’impianto termoidraulico della chiesa, pure questo un lavoro alquanto oneroso per cui si sono spesi circa 50.000 euro».
Quanto, invece, al risanamento della facciata, i costi si aggirano al momento intorno ai 100.000 euro: «Ma la cifra, pur se già lievitata rispetto ai 70.000 euro iniziali, non è ancora quella definitiva» aggiunge il parroco; «per avere un rendiconto preciso, dovremo attendere la fine dei lavori. Il ponteggio, installato per così tanti mesi, ha inciso in maniera rilevante; ora che per tre quarti è stato rimosso, sicuramente avremo un risparmio».
Per far fronte all’intervento, la Parrocchia ha potuto contare su un contributo della CEI di circa 33.000 euro derivanti dall’8 per mille, per il quale ha fatto da tramite la Diocesi; altri 20.000 sono stati garantiti dalla Fondazione CRT e dovrebbero arrivare a breve, mentre la restante parte della spesa è a carico della stessa Parrocchia.

«Sono come sempre fiducioso nella Divina Provvidenza» dice don Carlo «e ringrazio di cuore i tantissimi coggiolesi (e non solo), anche non praticanti. che spesso nel silenzio hanno voluto dare il proprio contributo per questo intervento. E’ una comunità davvero da lodare. Nonostante, infatti, tante fabbriche abbiano chiuso e in paese sia rimasto ben poco, si è dimostrata sensibile e generosa, dando prova di un forte attaccamento al proprio territorio, alle proprie radici. Invito inoltre la popolazione a continuare a devolvere l’8 per mille alla chiesa cattolica. Certi scandali che hanno interessato il mondo ecclesiastico hanno allontanato tanta gente; purtroppo fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce, e a questo proposito vorrei proprio evidenziare come ci siano ancora nella chiesa tantissime persone che, quotidianamente, in silenzio, fanno cose meravigliose».

Ora non resta dunque che ultimare la parte inferiore della facciata; «I lavori» conclude don Carlo «riprenderanno non appena si alzeranno un po’ le temperature. Il grosso dell’intervento è comunque stato fatto e non dovrebbe più mancare molto per completare l’opera e restituire così finalmente a Coggiola la sua chiesa».

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