Attualità
Coldiretti Vercelli-Biella – Cinghiali: troppo pochi gli enti che adottano l’apertura anticipata della caccia

Risultano veramente pochi gli istituti venatori (ambiti territoriali di caccia, comprensori alpini, aziende faunistico-venatorie ed aziende agrituristico-venatorie), stante il recente provvedimento adottato dalla Giunta regionale, che applicheranno quanto previsto dall’Ordinanza del Commissario straordinario alla peste suina africana, anticipando la caccia programmata al cinghiale a partire dal 1 settembre 2025. Un numero esiguo a fronte di un provvedimento utile ad abbattere quanti più cinghiali vista la situazione di emergenza che imperversa sui nostri territori. E’ quanto afferma Coldiretti Vercelli- Biella rispetto all’adeguamento del calendario venatorio.
Coldiretti Vercelli-Biella – Cinghiali: troppo pochi gli enti che adottano l’apertura anticipata della caccia
“In via ordinaria il calendario prevede l’avvio della caccia al 21 di settembre o al 1 di ottobre, quindi questa possibilità di anticipo è sicuramente utile a fronteggiare una condizione di elevata problematicità, riconducibile al numero sempre troppo alto di cinghiali presenti sui territorio – spiegano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Roberto Guerrini e il Direttore Luciano Salvadori – Applicare tale ordinanza sarebbe funzionale sia per evitare nuovi casi di peste suina africana, sia per contenere i danni che i cinghiali continuano a provocare alle imprese agricole che oltretutto, come già precedentemente denunciato, in riferimento alla scorsa annata, non hanno percepito dalla Regione neanche il risarcimento integrale delle perdite subite. Nel 2024 i danni sono stati in crescita rispetto al 2023. Una situazione che, dunque, crea criticità sanitarie, continua a generare elevati rischi per l’intera filiera agro-alimentare collegata al settore suinicolo, ad incrementare i pericoli in termini di incolumità pubblica per effetto degli incidenti che i cinghiali possono provocare, oltre a produrre danni ingenti alle coltivazioni con significative ripercussioni economiche sulle imprese agricole e che, per tali motivi, richiede azioni straordinarie non più rinviabili”.
Immagine di archivio

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