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Contributi a 381 Comuni piemontesi sede di servizi educativi 0-3 anni

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Sono 381 i Comuni piemontesi (l’elenco) sede di servizi educativi 0-3 anni beneficiari del contributo dello Stato e della Regione per migliorare la qualità dell’offerta alle famiglie dei 22.600 bambini che li frequentano.

“Anche quest’anno – afferma l’assessore regionale all’Istruzione e Merito Elena Chiorino – abbiamo incrementato con 4,7 milioni di euro i 16,3 milioni di risorse ministeriali, arrivando ad un impegno complessivo che supera i 21 milioni, interamente dedicato a migliorare la qualità dei servizi per l’infanzia, contenere le tariffe e fare da collante tra i territori e i cittadini. In questo modo sosteniamo le famiglie, supportiamo le donne nella scelta in piena serenità di essere madri e lavoratrici, aiutiamo le Amministrazioni comunali a garantire servizi fondamentali dedicati a chi ha figli piccoli. Con questa misura contribuiamo anche a combattere il fenomeno dello spopolamento, specialmente in quelle aree del nostro territorio dove le Amministrazioni sovente fanno più fatica, con le sole risorse proprie, a mantenere aperte alcune strutture: la conseguenza purtroppo è l’abbandono di quelle aree da parte della popolazione più attiva e giovane”.

La novità

Da quest’anno è previsto anche il sostegno alle spese per la qualificazione del personale educativo e docente, in coerenza con quanto previsto dal piano nazionale di formazione (legge 107 del 2015 ) e per la promozione dei Coordinamenti Pedagogici Territoriali.

Il 5% del contributo statale e regionale è destinato ai 61 Comuni capofila del Coordinamento Pedagogico Territoriale e ai Comuni che hanno scelto di formare e qualificare il personale in servizio.

Gli interventi

Molteplici gli interventi che si potranno attuare con questi 21 milioni: tra questi il sostegno dei costi di gestione dei servizi a titolarità pubblica e privata presenti, autorizzati e attivi sul territorio comunale, con l’obiettivo di consolidare la rete delle strutture, favorire il pieno utilizzo dei posti esistenti e ridurre la partecipazione economica delle famiglie alle spese di funzionamento dei servizi (a solo titolo d’esempio, costi del personale, utenze, approvvigionamenti di beni materiali, manutenzione ordinaria, costi aggiuntivi relativi alla presenza nei servizi di bambini disabili), ridurre le tariffe, sostenere i costi per la gestione e il potenziamento delle sezioni Primavera per superare progressivamente gli anticipi all’iscrizione alla scuola dell’infanzia.

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