Attualità
Da Canberra in Valsesia, sulle orme di Fred Price
Mercoledì 4 settembre l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia ha ospitato il prof. Peter Price, ricercatore di Scienze matematiche dell’Università di Canberra, accompagnato dai figli Thomas e Catriona: la famiglia australiana ha ripercorso, 76 anni dopo, il tragitto che il soldato Fred, padre di Peter, fece nel settembre del 1943 dopo essere fuggito dal campo di detenzione PG 106 di Vercelli, dove si trovavano numerosi prigionieri di guerra catturati sul fronte africano e successivamente trasferiti in Italia. Fred Price, prima di essere destinato al lavoro forzato nella tenuta di Sali Vercellese allora di proprietà di Luigi Bondrano, era stato detenuto dal settembre 1942 all’aprile 1943 a Grupignano, oggi frazione di Cividale del Friuli.
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, come centinaia di altri prigionieri, Fred si trovò a percorrere le strade del Piemonte nordorientale, aiutato dalle organizzazioni clandestine che si erano attivate per dare sostegno a un piccolo esercito in fuga e spontaneamente dalla popolazione locale. Molti di questi soldati alleati furono catturati dai tedeschi e dai fascisti, ma si stima che circa 400 di loro riuscirono a raggiungere la Svizzera passando dalle montagne valsesiane.
Fred Price ha lasciato un diario in cui ha ripercorso le tappe della sua fuga per libertà: Vercelli, Lenta, Serravalle (dove ebbe modo di fare un bagno e di ballare con una sconosciuta signorina al suono della musica di un grammofono, chissà se queste poche righe possono aiutare a ricostruirne l’identità), Borgosesia, Roccapietra, prima di essere ospitato nei sotterranei della chiesa di San Gaudenzio a Varallo, dove rimase in attesa di essere accompagnato a Fobello, al passo di Baranca, a Bannio e al passo del monte Moro, al confine con la Svizzera.
Peter, Thomas e Catriona Price hanno puntualmente seguito le tappe del diario, da Grupignano a Sali e infine a Varallo, dove hanno visitato l’Istituto, che in questi mesi ha collaborato alla realizzazione del loro progetto. Grazie alla disponibilità di don Roberto Collarini e di Remo Farinone hanno avuto accesso ai sotterranei della chiesa di San Gaudenzio, luogo in cui i prigionieri in fuga venivano accolti, rifocillati e preparati all’ultima parte del viaggio verso le montagne.
La famiglia Price si è poi congedata, in partenza verso Fobello e il rifugio dell’alpe Selle di Baranca, portando con sé le straordinarie emozioni vissute attraversando la nostra provincia.
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