Attualità
DAD, LEAD, non se ne può più: la Scuola all’aperto di Boccioleto deve… riaprire!
BOCCIOLETO – Della Scuola all’aperto di Boccioleto, Infanzia che rientra nel Comprensivo di Quarona, abbiamo scritto più volte.
Del desiderio degli insegnanti di proseguire quanto iniziato a settembre e che sta portando, mese dopo mese, risultati splendidi sotto tutti gli aspetti. Ma in zona rossa non c’è storia: anche i piccoli della Materna di Boccioleto devono starsene a casa e vedersela con la Didattica A Distanza.
Questa volta la «protesta» (tra virgolette perché in effetti non stanno «protestando» ma chiedendo e proponendo qualcosa di assolutamente ragionato) arriva dalle famiglie di questi piccoli allievi, che tra l’altro in questi giorni stanno facendo avere alle loro maestre tanti disegni: oltre a essere bellissimi, questi cartelloni spiegano bene quale sia il desiderio dei bimbi.
Io direi che si può benissimo lasciar parlare la rappresentante dei genitori, che ben descrive la situazione e il sentire di questa piccola sezione di scuola di montagna.
«La Scuola infanzia di Boccioleto ogni giorno accoglie i nostri 12 bambini, dai 3 ai 6 anni, sparsi in diversi nuclei abitativi della Val Sermenza, dove socializzare è già difficile in condizioni di vita normale, figuriamoci nell’ultimo anno, con la pandemia in corso. Il progetto di asilo all’aperto, grazie all’impegno costante delle insegnanti e delle collaboratrici, sta avendo un successo inaspettato ed è apprezzato e appoggiato da noi genitori. I bambini imparano a diretto contatto con la natura, sono stimolati, sono felici, sono più attenti e tutto ciò aiuta dall’altra parte a evitare il più possibile spazi chiusi dove la diffusione del virus è più facile.
L’Infanzia di Boccioleto è peraltro una delle poche scuole a non aver chiuso durante i mesi scorsi: non si registrato alcun caso di positività. Sappiamo benissimo che l’infanzia non è scuola dell’obbligo: è però il trampolino verso quelli che saranno gli anni fondamentali per le basi allo studio e all’apprendimento, e questa chiusura, sperando sia temporanea, va ad annullare tutti i benefici e gli sforzi fatti finora. La LEAD (Legami Educativi A Distanza) non è una soluzione adatta a bambini così piccoli, senza contare tutte le problematiche collegate a connessioni, dispositivi, conoscenze informatiche, impossibilità di stampare documenti e impossibilità a seguire i figli per motivi lavorativi o perché affidati ai nonni piuttosto che a terzi.
E poi, parliamoci chiaro, lottiamo tutti i giorni per tenere lontano i nostri figli dai dispositivi elettronici e ci ritroviamo a doverli mettere davanti a un video per ascoltare una storia o dire ciao all’amichetto? Con una soglia di attenzione che dopo 10 minuti è pari allo zero! Ci abbiamo provato, ci siamo collegati e per le varie problematiche già elencate riteniamo un assoluto fallimento tale modalità…. per noi è un grandissimo no! Le insegnanti, nelle scorse settimane, hanno dato piena e totale disponibilità proponendo al Dirigente Scolastico di ricevere in presenza i bambini, divisi in gruppi in base alle necessità e difficoltà di apprendimento di ogni alunno, anche a giorni alterni, se necessario, accogliendoli all’esterno e continuando il progetto di scuola all’aperto, e in ogni modo la scuola è dotata di ampi locali e di stanze spaziose e separate per eventualmente svolgere attività didattiche all’interno mantenendo le dovute distanze. Ma queste proposte, anche se lecite e legittime, non sono mai state accettate. Il nostro territorio per il momento non ha un numero di contagi più elevato rispetto all’autunno scorso quando la seconda ondata aveva maggiormente colpito la Valsesia, periodo in cui i nostri bambini avevano frequentato in presenza.
Capiamo, e non vogliamo assolutamente sminuire questo delicato momento di diffusione del virus ma noi come genitori chiediamo di tenere in considerazione le nostre riflessioni per salvaguardare la didattica in presenza per la fascia d’età dei più piccoli ai quali la socializzazione permette veramente l’inclusione. E chiediamo soprattutto di tenere in considerazione le motivazioni delle insegnanti che più di noi conoscono i bambini, da un punto di vista professionale. La scuola deve riaprire assolutamente dopo la Pasqua: questa necessità non può essere ignorata».
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