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Dalla Valsesia a Como per visitare il modello di cohousing

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Mercoledì 18 maggio l’assessore ai Servizi Sociali dell’Unione Montana Valsesia, Francesco Nunziata, insieme al presidente Francesco Pietrasanta e a un gruppo di rappresentanti di associazioni del territorio, ha fatto un sopralluogo in provincia di Como, a Grandate e Valmorea, per conoscere le caratteristiche di due realtà molto particolari: un cohousing e un centro tecnologico dove si costruiscono strategie innovative per aumentare l’autonomia degli ospiti che presentano differenti tipologie di difficoltà motorie.

«Abbiamo effettuato questa visita per conoscere due strutture considerate modelli virtuosi nel campo sociale» spiega Nunziata «con l’obiettivo di ricreare sul nostro territorio realtà analoghe, come punto di riferimento per persone con diverse tipologie di difficoltà: dalle donne vittime di violenza ai papà separati, dalle persone fragili e sole fino a che presenta disabilità. Insieme a noi c’erano Rita Galletti, presidente dell’Associazione Arcobaleno che già sta lavorando a un progetto di cohousing legato al tema del “Dopo di noi”, e Francesca Vinzio, presidente di Passeportout, che riunisce atleti con disabilità, inoltre c’erano i tecnici che si occuperanno di progettare gli spazi di cohousing valsesiani».

Che caratteristiche hanno le strutture visitate? A Grandate, il cohousing consente di donare serenità a diverse categorie di persone, che condividono spazi comuni in una realtà abitativa molto curata e confortevole; a Valmorea è stato invece creato il centro Sim-patia, unico in Italia, dove cura e innovazione convivono nel Polo Tecnologico, un luogo dove i ricercatori del Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi dell’Università di Genova lavorano costantemente per aiutare le persone che hanno perso le loro abilità (per esempio in seguito a incidenti) a raggiungere le autonomie possibili attraverso la creazione di dispositivi personalizzati.

«La visita è stata proficua» aggiunge Nunziata, «ho creato un ottimo contatto con la direttrice del centro di Valmorea, Irma Missaglia, che mi ha dato la massima disponibilità alla collaborazione per aiutarci a creare la nostra realtà. Siccome disponiamo di una buona parte dei fondi necessari, provenienti dalla Fondazione San Paolo per il Sociale, e altri potremo ottenerli dal Pnrr, possiamo dire che a settembre saremo pronti per partire con la concretizzazione di questo progetto».

Diverse sono gli edifici che, in Valsesia, potrebbero ospitare il cohousing e il laboratorio tecnologico: «Tra le varie strutture adatte a realizzare questo progetto potrebbe esserci la “casa delle Suore” di Doccio» dice il presidente Pietrasanta «ma anche altre, che si configurerebbero come validi punti di riferimento per offrire un’opportunità a persone che oggi affrontano diverse difficoltà, e che vivendo insieme potrebbero unire le forze per avere una qualità della vita decisamente migliore. Ottima anche la prospettiva del centro tecnologico, in collaborazione con i centri universitari di ricerca e che porterebbe sul nostro territorio un servizio d’eccellenza».

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