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Dopo 6.000 km in sidecar, Luigi Dimino è tornato a casa: «Sembrava impossibile»

BORGOSESIA – Dopo più di seimila chilometri macinati a bordo di una moto con sidecar, dopo decine e decine di città, paesi, borghi attraversati e scoperti, centinaia di persone incontrate e innumerevoli emozioni, occhi gonfi di stupore e tanto affetto, Luigi Dimino è tornato.
Dopo 6.000 km in sidecar, Luigi Dimino è tornato a casa: «Sembrava impossibile»
E’ tornato da quello che è stato un po’ il viaggio di tutti e che ha sorprendentemente (forse neanche poi così tanto) unito e riunito un sacco di sostenitori, amici e compagni provenienti dalle parti più disparate d’Italia in un’unica bella, anzi bellissima avventura. Sì, perché nel vederlo e nel seguirlo attraverso le sue tappe, per un attimo passava in secondo piano un dettaglio che è fondamentale sottolineare: Luigi è disabile e da ormai tre anni convive con la malattia di Guillain Barrè, una rara sindrome neurologica degenerativa che nel giro di pochissimo tempo l’ha reso tetraplegico. Il suo viaggio ha dunque un significato ancora più profondo: è il viaggio di una persona disabile che tra le difficoltà e le preoccupazioni è riuscita a mostrare anche le infinite possibilità che si possono avere nella vita. Questo è un po’ il motto di Dimino che non si stanca mai di ripetere (e di stampare su volantini e magliette) che «c’è speranza fino a che c’è un respiro».
E’ tornato così come era partito, accompagnato dalle persone che gli hanno sempre voluto bene, accolto da una bella festa organizzata grazie al contributo di Circuito Viola e Comune di Borgosesia e che si è tenuta domenica mattina, il 4 maggio, in piazza Mazzini.
«E’ stata un’esperienza indescrivibile» ha commentato Luigi Dimino, una volta sceso dal sidecar e dopo aver salutato tutti i cari amici e i familiari, «quasi impensabile dopo quei 737 giorni in ospedale durante i quali sembrava impossibile riprendersi. Ma la speranza non si è mai spenta e così, rientrato a casa, tornato a vivere poco per volta, ho capito e ho voluto fare di più: il mio sogno era quello di risalire su una moto, una delle mie più grandi passioni». Dal volerlo al realizzarlo, però, è passato un po’ di tempo, mesi in cui Luigi ha cercato un mezzo che fosse adatto alle sue esigenze. Ed ecco dunque un sidecar, attrezzato con un sedile ergonomico, ideale per lunghe, anzi lunghissime trasferte. E poi c’era bisogno di un equipaggio: sono venuti in suo aiuto il pilota Emilio Armati e le sue assistenti Anna Zanella ed Erica Trombini che lo hanno accompagnato in questo mese di viaggio.
«Torno con un bagaglio molto più ricco» ha continuato Luigi, «pieno di tutto quello che ho visto, vissuto e imparato in questo mese in giro per tutta Italia. L’unica cosa che mi verrebbe da dire è “grazie” anche se per tutte le volte che l’ho pronunciato in queste settimane mi sembra quasi riduttivo, ma, se non avessi avuto l’aiuto degli sponsor, delle persone, associazioni, amministrazioni e gruppi da tutta Italia, non sarei riuscito a fare nulla. A chi ci ha fornito le divise, a chi ci ha supportato ospitandoci, a chi ci ha accolto raccontandoci la sua storia va un immenso grazie. E naturalmente un grazie al mio equipaggio».
In queste settimane anche noi del Corriere Valsesiano abbiamo seguito Luigi da lontano, dalla partenza, di sabato 5 aprile dal piazzale Milanaccio, poi via via percorrendo insieme a lui le varie tappe che l’hanno portato in Liguria, Toscana, Campania, fino ad arrivare in Sicilia, poi, sulla via del ritorno in Calabria, Emilia Romagna, Lombardia. Ogni sosta, programmata o meno, è valsa un incontro con persone, associazioni e amministrazioni che insieme a Luigi hanno realizzato eventi e condiviso momenti significativi.
Come quello di domenica «nella piazza della sua città», ha ricordato l’assessore alle Manifestazioni Marco Buonamici «perché anche se è sempre in giro, Luigi è borgosesiano e noi ne siamo molto gelosi. Con lui coltivo da anni una bella amicizia e si può dire che lo conosca molto bene. Ecco, Luigi è sempre stato animato da un carattere forte, pieno di idee e di risorse, determinante nelle decisioni, ma molto generoso e amichevole. Sono sicuro che non si fermerà qui». Niente di più vero, infatti, come lo stesso Dimino ha confermato, sono già diversi i progetti per il futuro, da un viaggio ancora più lungo («Dopo il Giro d’Italia si punta al Tour de France e alla Vuelta Spagnola» ha commentato il suo pilota Emilio) a un’iniziativa in collaborazione con l’associazione benefica di Vercelli «Esercito di Cuori» che si terrà nei prossimi mesi. Per coronare la grande impresa di Luigi e della sua squadra, l’assessore Buonamici insieme al consigliere Tatiana Bernardi ha consegnato, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, quattro targhe celebrative a tutto l’equipaggio: probabilmente le prime di una lunga serie.

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