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E se pensassimo a un racconto dei quarant’anni del Rifugio?

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Il Parco Naturale Alta Valsesia fu istituito nel 1978, la Comunità Montana lo ha gestito fino al 1992 e si è occupata dell’acquisto e ristrutturazione di fabbricati d’alpe nei Comuni del parco: Rifugi Vallé e Brusà a Rima e Rifugio Massero a Carcoforo.

I lavori furono iniziati nel 1980 e terminati un anno dopo con inaugurazione il 30 agosto. Il Parco Naturale Alta Valsesia era nato da poco e il rifugio, che si trova lungo i sentieri che conducono verso il colle della Bottigia e Macugnaga, divenne un riferimento importante per la comunità, che aveva partecipato con grande generosità. Il giorno del taglio del nastro era presente un folto gruppo del Cai di Macugnaga, oltre alle autorità valsesiane. Don Carlo Elgo celebrò la Messa e aveva prestato servizio il gruppo folkloristico Carbunin di Morca. Un aneddoto simpatico: quella mattina Sergio Manetta e Maurilio Dellavedova dovettero salire all’alba per portare la carne da cucinare, poiché quella che avevano procurato nei giorni precedenti era andata a male…

Nel 2003 su iniziativa del Parco il rifugio fu ampliato per adeguamenti anche dei servizi igienici. E’ alimentato con fonti di energia rinnovabile.

Molti sono i volontari che hanno collaborato con l’associazione che da decenni tiene aperto il rifugio e che offre calorosa accoglienza e dispensa consigli agli escursionisti sui percorsi per le varie mete circostanti.

Il 30 agosto scorso è stato celebrato il quarantennio di apertura e, anche se in tempi di Covid non era pensabile una festa come allora, molte persone hanno partecipato. Ora ci aspettiamo una celebrazione online con le immagini del rifugio e dei luoghi tutto attorno!

Potrebbe essere una buona occasione per ricordare le tante persone che hanno collaborato finora, anche per attivare l’interesse per il luogo.
Chiediamo così ai tanti escursionisti che qui sono passati di svolgere una ampia diffusione delle immagini più belle. Nel territorio del Parco è la struttura di riferimento per la valle Trasinera e nella sua area si vedono le stelle alpine, le genziane lutee, i gigli martagone, gli aconiti, i pennacchi, le arniche e tanti altri fiori ormai poco diffusi in molte zone della valle. I sentieri sono percorribili e spesso si ha l’occasione di avvistare animali come stambecchi, camosci, marmotte, grandi rapaci e fagiani.

Chiediamo all’Ente Parco se sia possibile pensare a un racconto di questo quarantennio, per restituire l’interesse e la voglia di fare a un paese che negli ultimi tempi ha perso importanti personaggi di riferimento e che ha la necessità di essere sostenuto, aiutando i più giovani a entusiasmarsi e a crescere al servizio della comunità, così come hanno fatto per decenni i nostri predecessori.

Marta Dellavedova

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