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E’ uscito il 101simo numero de «l’impegno»

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È uscito il centunesimo numero de «l’impegno», rivista dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, che contiene saggi di Giuseppe Della Torre, Gioachino Lanotte, Mario Ogliaro, Piero Ambrosio, Simone Picchianti, Mattia Pesce.

Giuseppe Della Torre, basandosi sulle fonti documentarie consultate all’Archivio centrale dello Stato di Roma, esamina i bilanci delle Federazioni provinciali del Partito nazionale fascista, evidenziando la complessità dei rapporti tra organismi dipendenti – quali, oltre alle Federazioni, anche Fasci di combattimento,
Opera nazionale Balilla e Dopolavoro – e Direttorio nazionale del partito, e rilevando, dall’analisi degli ingenti flussi di denaro dal «centro» alle «periferie», la complessità del sistema organizzativo, che meriterebbe studi particolari in grado di rappresentare la diversa intensità del radicamento territoriale.

Gioachino Lanotte si concentra sulla politicizzazione dello sport operata da Mussolini, che ne fece un terreno privilegiato per la costruzione di un’identità nazionale fascista, soffermandosi in particolare sul calcio e sull’impulso dato dal regime alla costruzione di nuovi stadi nelle principali città, quali il Foro Mussolini a Roma, il Littoriale a Bologna, lo Stadio della Vittoria a Bari, lo Stadio Giovanni Berta a Firenze e così via, fino ad arrivare alla prestigiosa organizzazione dei Mondiali di calcio del 1934, ambito strumento per ottenere il riconoscimento internazionale per il regime, che, se sul piano politico non ebbe gli esiti sperati, ottenne invece risultati duraturi dal punto di vista dello sviluppo del calcio a livello nazionale e dell’impiantistica sportiva.

Mario Ogliaro racconta le origini della famosa canzone «Lili Marleen», il brano più ascoltato dai soldati di entrambi i fronti durante la Seconda Guerra Mondiale, i cui primi versi furono scritti dal giovane poeta tedesco Hans Leip negli anni della Grande Guerra e furono poi musicati negli anni trenta dal tedesco Norbert Schultze; inizialmente poco apprezzata, la canzone, incisa dalla voce morbida e profonda di Lale Andersen, nonostante i ripetuti tentativi di censura del regime nazista, che ne stigmatizzava l’eccesso di emotività e gli scarsi toni marziali, divenne un vero e proprio mito ed ebbe numerose versioni, da quella cantata da Marlene Dietrich, alla variante francese interpretata, tra gli altri, da Edith Piaf, fino alla sua traduzione italiana a opera del maestro vercellese Cinico Angelini e del paroliere Nino Rastelli, con la voce di Lina Termini.

Piero Ambrosio continua la sua ricerca sui «sovversivi» vercellesi, biellesi e valsesiani segnalati nel Casellario politico centrale, ricostruendo le biografie dei vercellesi emigrati nelle Americhe, che risultano complessivamente quarantacinque, la maggior parte dei quali trasferitisi in Sud America, in particolare in Argentina, e schedati principalmente come socialisti e anarchici.

Simone Picchianti ripercorre le vicende legate alla strage di piazza Fontana, dal verificarsi dell’evento il 12 dicembre del 1969, alle vicende giudiziarie successive a esso collegate, fino all’ultimo processo svoltosi a Milano nel 2005, e ricostruisce il clima di un’epoca utilizzando quali fonti storiche le controinchieste di giornalisti e di gruppi della sinistra extraparlamentare da una parte, le indagini delle forze dell’ordine e dei magistrati, nonché gli atti giudiziari dall’altra.

Mattia Pesce conclude la pubblicazione di una selezione di testi relativi all’area vercellese, ricavati dalla lettura dei giornali La Sesia e La Risaia dal maggio al dicembre 1918 e realizzati nell’ambito del progetto promosso dall’Istituto nell’occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale.
Si sofferma in particolare sulle questioni relative agli imboscati e al disfattismo, al centro del dibattito pubblico negli ultimi mesi di guerra, sia per esoneri ingiustamente attribuiti che per esoneri dovuti, ma altrettanto ingiustamente non assegnati; sull’interesse che comincia a manifestarsi, con la guerra ormai agli sgoccioli, per i provvedimenti da adottare nella fase di ricostruzione, riportando una proposta avanzata dal giornale La Sesia su un tema poco dibattuto quale quello della scuola; sui festeggiamenti che scaturiscono dall’annuncio della fine delle ostilità, in un clima di distensione e fiducia destinato a durare poco e su altro ancora.

In conclusione la consueta rubrica di recensioni e segnalazioni.
La rivista è in vendita nella sede dell’Istituto (via D’Adda, 6, Varallo).

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