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Effetti collaterali

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Capita, e nemmeno tanto di rado, che a leggere il bugiardino di un farmaco ci colga lo sconforto: accidenti, gli effetti collaterali son più brutti e cattivi e fastidiosi della malattia.
Con questo coronavirus – sul quale, tecnicamente parlando, io, come molti altri, so nulla, e nulla potrei sapere: sono giornalista, non medico – un po’ di sconforto ci coglie: ad assistere al caos attualmente in corso, a vedere gli effetti collaterali delle terapie prescritte a contrasto e contenimento.
Dati, percentuali, parametri, aggiornamenti in tempo reale, bollettini medici, palmarès, vademecum, ordinanze, divieti, preclusioni, sospensioni, restrizioni, quarantene.
Tradotto: supermercati affollati, borse piene e scaffali vuoti come neanche nei Natali più floridi; gel igienizzanti e mascherine esauriti; il vicino di casa che tossisce: omamma; il collega che si soffia il naso: ossignore; il postino che oggi è pallido e ha l’alito pesante, il giornalaio, strabico e tendente alla calvizie: che siano contagiosi???
Visioni apocalittiche, vaneggiamenti su complotti e accordi segreti, allusioni a depistaggi in atto per distrarre il popolo e intanto perseguire obiettivi insvelabili.
D’altronde, non è che dai piani alti venga il buon esempio, anzi: litigi, ripicche, dispetti, accuse reciproche.
Uno «Stato confusionale», le cui incongruenze davvero non aiutano, in una situazione già di suo non lineare.
Su, diamoci una regolata, ripigliamoci, rientriamo nei ranghi. Riconosciamoci esseri pensanti, che cioè possono costruirlo, un pensiero, e poi gestirlo, non lasciandosi colonizzare dal primo imperialista che passa, immuni alla conoscenza e all’apprendimento. Riordiniamo le idee, rivediamo le informazioni (per carità, non attingendole dai social, focolai primi di stupidaggini, cretinate e ignoranza), correggiamo gli eccessi. Ripristiniamo il senso (il buonsenso) della normalità quotidiana: monotematica, forse, non sempre entusiasmante, ma in fondo preziosa, eccome.  Insomma: ok alla preoccupazione legittima e consapevole, no al delirio e alla paranoia.  A uscirne con le ossa rotte, e non serve essere esperti per intuirlo, sarà la nostra economia: già adesso dà evidenti segnali di sofferenza.
Auguriamoci allora che da chi sta lavorando al vaccino possano presto arrivare buone notizie.
Per curare il virus, chiaro, ma anche, e forse soprattutto, gli effetti collaterali.

Luisa Lana

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