Attualità
Filippa: «Collegamenti fondamentali per lo sviluppo economico dei territori»
Le nostre industrie sono sempre state votate all’esportazione, le nostre popolazioni sono da sempre portate agli scambi con i Paesi confinanti; basti ricordare quanti dalla Valsesia si recavano a lavorare in Francia passando dalla Val Vogna, dove nell’Ottocento era stato costruito l’ospizio Sottile, a 2.480 metri di quota, proprio per dare rifugio a quei viandanti. Molti, tornati in patria, hanno contribuito alla creazione di ricchezza nei loro paesi».
Il presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, inizia così la sua riflessione sull’importanza dei collegamenti infrastrutturali per lo sviluppo economico dei territori. «La facilità di connessione tra Paesi e quindi tra popolazioni» aggiunge «è sempre stata una priorità: prima per il commercio, poi per l’industria e ora anche per il turismo, che è molto influenzato dalla comodità dei trasporti. La propensione di uno straniero a visitare l’Italia è diversa se sbarca a Malpensa o in un’altra città europea e Malpensa necessità di più collegamenti intercontinentali».
«In Europa» prosegue Filippa «si sviluppa quasi il 60% dell’interscambio commerciale italiano, che è pari a circa 500 miliardi di euro su 850, di cui 450 miliardi provenienti dal settore manifatturiero. La Francia ha un peso del 10% sulle nostre esportazioni manifatturiere ed è il nostro secondo cliente al mondo, dopo la Germania e prima degli Usa, con un surplus, al netto delle importazioni, di circa 15 miliardi: è quindi fondamentale realizzare i corridoi europei, in modo da valorizzare la centralità del nostro Paese negli scambi euro-mediterranei e le sue straordinarie opportunità di sviluppo. La Torino-Lione ha a che fare con il benessere economico e sociale di intere generazioni future, con un impatto positivo sugli scambi con tutti i Paesi collegati dal “Corridoio mediterraneo”, Francia, Spagna, Portogallo, Isole britanniche, Belgio e Lussemburgo, oggi pari a 205 miliardi di euro in valore».
«Anche nelle nostre zone» continua il presidente degli industriali novaresi, vercellesi e valsesiani, che rappresenta quasi 800 aziende con 44mila dipendenti «dobbiamo dare nuovo impulso alla realizzazione di infrastrutture che da troppi anni sono nell’elenco delle cose da fare: il completamento della circonvallazione di Romagnano Sesia e la pedemontana Biella-Gattinara-Romagnano, solo per citarne alcune. Ma si devono rendere più scorrevoli anche i collegamenti stradali tra Novara e Arona e tra Novara e Vercelli. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che lo sviluppo economico passa dal potenziamento dei servizi alle imprese: le connessioni internet ad alta velocità lasciano ancora senza banda ultralarga centinaia di attività produttive, artigiane, commerciali e turistiche della Valsesia e del Cusio. Anche su questo fronte auspichiamo investimenti significativi, certi e in tempi brevi, perché per creare reddito vero, generato dal lavoro, si deve essere innovativi e competitivi».
«Il tema delle infrastrutture» conclude Filippa «non si ferma solo ai trasporti. Come ho già detto altre volte, per le nostre imprese, rispetto ai principali competitor, è come per un maratoneta correre con un peso da 10 chili in spalla e vincere ugualmente. Le industrie tedesche, per esempio, pagano l’energia il 30% in meno, ma noi abbiamo creatività, competenza, innovazione e ogni giorno le nostre aziende, con i nostri collaboratori, sono sui mercati di tutto il mondo a tenere alto il buon nome del “Made in Italy”. Dobbiamo poter competere ad armi pari».
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