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Gattinara: serata informativa sul progetto della Pedemontana

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Venerdì 22 marzo si è svolto a Gattinara presso il salone del Patronato ACLI l’Incontro informativo dal titolo: “La Pedemontana Piemontese tratta Masserano-Ghemme 7,850 km attraverso Masserano, Brusnengo, Roasio, Lozzolo, Gattinara, Ghemme”. Il salone era pieno e le relazioni sono state seguite con grande interesse. Il primo relatore, Daniele Gamba di Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat”, ha illustrato la storia progettuale e procedurale di quest’opera, i tracciati e le caratteristiche dell’opera (tipologia, svincoli, cavalcavia, tombinature, viadotti, ecc), analizzato il consumo del suolo, le aree boschive coinvolte (66 ettari di cui solo 16 previsti a rimboschimento), le emissioni, i costi (totali di investimento è di € 203.783.203,45) e poi ha svolto una breve analisi sui costi/benefici. Il signor Giuseppe Ranghino – Referente della sezione biellese e vercellese della LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli, attraverso foto, ha parlato della componente dell’avifauna e gli ambienti coinvolti nell’impatto dell’opera. La Dott.ssa Anna Andorno – Movimento Valledora ha evidenziato le implicazioni che sussistono sui territori limitrofi in particolare la Valledora, porzione di territorio a Sud del lago di Ivrea, importante acquifero piemontese, distribuito al confine tra due provincie Vercelli e Biella dai quali verranno estratti i 2.800.000 m3 di materiale edile per costruire l’autostrada. Immagini a forte impatto hanno evidenziato come tale attività porti alla creazione di buchi di cava molto profondi fino 40 m che poi inevitabilmente divengono sede di discariche. Infine è stato letto il comunicato di Italia Nostra – sezione di Vercelli – che all’ultimo momento non è riuscita ad intervenire relativo all’impatto dell’opera sui bei archeologici -culturali-paesaggistici nei Comuni di Ghemme (verso Ovest- A26, cascina Pubbiona), Gattinara (a Sud: Santuario Madonna di Rado, Insediamento altomedioevale di San Sebastiano “ Castrum Radi”, Necropoli golasecchiana, ruderi della ex cappella di S. Giorgio), Lozzolo (SIC- Parco Baragge), Roasio (cascina Ernia), Brusnengo e Masserano. Nella nota di Italia Nostra è stata evidenziata la necessità, condivisa anche da tutti i relatori, di avviare una nuova e ordinaria procedura di VIA, in quanto il parere espresso nel 2011 dalla Commissione Tecnica VIA è relativo ad un progetto preliminare relativo ad altra e differente opera (per tracciato, sezione, funzione, ecc.), mai approvato dal CIPE. Dopo le relazioni dei relatori e richiamando una considerazione espressa dal Proponente nei propri elaborati “ L’area oggetto di intervento si sviluppa in un quadrante che presenta grandi potenzialità e capacità di contribuire allo sviluppo regionale piemontese. Tali potenzialità derivano principalmente dalla massa demografica ed occupazionale del sito, dalla forte concentrazione di insediamenti industriali ed agroindustriali, nonché dalla valorizzazione del patrimonio naturale e storico culturale” (estratto dalla Relazione paesaggistica-boschi, a pag. 6) si è svolto un partecipato dibattito. Gli interventi e le domande del pubblico, pur spaziando su tanti temi, dal consumo di suolo alle risorse idriche, si sono focalizzati su contrapposte idee di sviluppo e mobilità sostenibile: tra chi ritiene la realizzazione della infrastruttura ancora possibile volano per l’economia territoriale e chi valuta che le ragioni della crisi economica e demografica dell’area sono altre, che la superstrada – sostanzialmente – non porterà a significative migliorie (in tante altre circostanze le aspettative di crescita legate alla realizzazione di nuove infrastrutture sono state disattese, risultando illusorie) gravando severamente in termini ambientali e paesaggistici. Soddisfazione dunque per chi ha organizzato la serata in quanto l’obbiettivo – raggiunto – era offrire maggiori informazioni sull’opera e promuove un dibattito tra i cittadini nella fase in cui l’opera è sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale e procedure di esproprio. Informazione e dibattito che le pubbliche amministrazioni e il Proponente avrebbero dovuto curare maggiormente e diffusamente invitando la cittadinanza ad appositi incontri in ogni Comune interessato all’opera.

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