Attualità
Ghemme, festa in oratorio per la famiglia irachena ospite in paese dal 2021
GHEMME – Sabato 11 in Oratorio a Ghemme si è tenuto un momento di festa per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere più autonoma la famiglia irachena ospitata da fine 2021 in una casa di proprietà della parrocchia, messa a disposizione dall’allora parroco don Piero Villa.
Ghemme, festa in oratorio per la famiglia irachena ospite in paese dal 2021
Mamma Sennar, papà Hassaneen e le due figlie Yaqeen ed Elin grazie all’aiuto di molti ghemmesi e della Comunità di Sant’Egidio ora hanno migliorato le loro condizioni e possono vivere in un altro appartamento. La giovane coppia con le loro bambine era fuggita dall’Iraq per raggiungere la Turchia nel 2018 e aveva tentato più volte la traversata in mare per giungere in Grecia.
Erano, infine, stati accolti nel campo profughi di Lesbo nel 2019, dove erano rimasti per due anni. Grazie al corridoio umanitario della Comunità di Sant’Egidio in piena pandemia sono arrivati in Italia per poi essere ospitati a Ghemme. L’incontro in Oratorio è stata anche occasione per ritrovare gli amici, iracheni, siriani e iraniani che sono giunti per festeggiare questo importante traguardo; oltre a loro, molte persone che, assieme alla famiglia irachena, erano andate a Roma in udienza da Papa Francesco a marzo 2023.
A prendere parte alla festa Mario Armanni, della Comunità di Sant’Egidio, il parroco don Damiano Pomi, il vicesindaco Beatrice Costa, Mauro Milanesi, responsabile della Caritas parrocchiale e le molte «nonne ghemmesi» [così si fanno chiamare – Ndr] che hanno preso a cuore la famiglia. Nel pomeriggio di festa si è voluto ringraziare il Comune per l’inserimento e il supporto alla mensa scolastica per le due bambine, le tante persone della comunità che, tramite una raccolta fondi gestita dalla Caritas e con l’intervento della Sant’Egidio, hanno aiutato ad accrescere l’autonomia della famiglia. Un altro grazie è andato alle insegnanti volontarie del corso di italiano per stranieri, fortemente voluto da Costa, che ha permesso ai due giovani (e a molte altre famiglie residenti nel paese e non solo) di apprendere la lingua italiana in modo da integrarsi più velocemente.
La gratitudine è stata espressa in modo speciale alla parrocchia, che ha così risposto all’appello lanciato dal Pontefice «affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle».
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