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Giornata del Ricordo a Rassa in memoria dei giovanissimi partigiani uccisi ottant’anni fa

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Giornata del Ricordo a Rassa in memoria dei giovanissimi partigiani uccisi ottant’anni fa

RASSA – Domenica 8 settembre a Rassa è stata organizzata una Giornata del Ricordo in memoria dei giovanissimi partigiani uccisi ottant’anni fa nell’eccidio nazi-fascista del 12-13 marzo 1944.

Giornata del Ricordo a Rassa in memoria dei giovanissimi partigiani uccisi ottant’anni fa

Al mattino il parroco di Rassa, Don Domenico Guala, ha celebrato la Messa in ricordo di Don Piercesare De Vecchi e dei caduti di Rassa, recandosi poi al cimitero dove è stata inaugurata la statua donata dallo scultore Ireneo Passera. Il parroco, nato nel 1944, ha letto la toccante testimonianza di Don Alfio Cristina, che fu costretto ad assistere alla fucilazione degli otto partigiani, ricordando che quest’anno è stato beatificato Don Giuseppe Rossi, sacerdote martire, ucciso a Castiglione Ossola “in odio alla fede” da una squadraccia fascista il 26 febbraio 1945.

La cerimonia si è svolta alla presenza dei rappresentanti delle Anpi Valsesiane e biellesi e delle istituzioni: Manuela Bertola, Consigliere di Campertogno e Marica Elena Cerrone, Sindaco di Valle San Nicolao. Il Sindaco di Rassa, Michele Barbaglia, con accanto Albino Ferraris e Rita Tocchio, cavalieri del Lavoro, ha letto un discorso in cui sottolineava come questo evento fosse un simbolo della volontà di non dimenticare, utilizzando la memoria come un ponte tra passato e futuro, per coinvolgere le giovani generazioni, rendendole partecipi nel mantenere viva la storia: “Solo attraverso la conoscenza e il ricordo possiamo continuare a costruire una società giusta e libera”.

A causa della pioggia, la presentazione dello scultore e dell’opera, è stata fatta alla segheria dei Brasei. Il Maestro Enrico Groppo e Giancarla Deferrari, docente presso il Liceo Scientifico “M.Curie” di Pinerolo (TO), volontaria dell’Associazione “LaAV” Letture ad alta voce di Torre Pellice (TO), hanno proposto la lettura con accompagnamento musicale della viola, del testo romanzato della storia di due dei partigiani uccisi, scritto da Ireneo Passera. Nunzio e Nella, coratino lui, padovana lei, entrambi giunti con le famiglie nel Biellese per lavorare nelle fabbriche tessili, facevano parte di una filodrammatica, si innamorarono e dopo l’8 settembre si unirono ai partigiani. Nella aspettava un figlio, ma non fu risparmiata. Ireneo Passera, colpito da questa vicenda, utilizzando un blocco di granito bianco di Alzo, creando una tenue policromia con intarsi di granito rosso di Baveno, ha scolpito la figura di un bambino che incide i nomi della lapide, per rinnovare la memoria di quei giovani. L’opera è stata intitolata: Il più bel fiore del partigiano, con riferimento al frutto dell’amore di Nunzio e Nella, trasformato nei valori che furono alla base della nascita della Repubblica, in nome dei quali molti giovani sacrificarono la vita.

Massimo Gallotto, a nome dell’Anpi di Valle San Nicolao e di Cossato, della quale era presente la Presidente Elena Cola, dell’Anpi Provinciale, Presidente Bruno Rastelli, dell’Anpi Valsesia, rappresentata da Davide Sesia, dell’Anpi Borgosesia, Presidente Alessandro Orsi, ha portato il saluto ufficiale, ricordando la presenza dei quattro cartelli segnaletici posizionati nei luoghi dove si svolsero i fatti, realizzati in collaborazione con l’IstorBiVe, di cui era presente il Direttore, Enrico Pagano.

Nel pomeriggio in chiesa l’Ensemble ArchiVivi, composto da Irene Dosio e Gabriele Furfaro, violini, Andrea Castellani violoncello, giovani allievi del Conservatorio con l’età dei partigiani uccisi e alla viola Enrico Groppo, professore al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino, ha offerto un concerto, con brani di Bach, di Leone Sinigaglia e un pezzo di Puccini: “Crisantemi”, composto in occasione della morte di Amedeo di Savoia, concludendo con Bella Ciao. “Sto per compiere ottant’anni ed è la prima volta che ascolto un concerto così toccante, con brani di tanti compositori che hanno arricchito la cultura europea attraverso i secoli”: con le parole di Don Guala si è conclusa la manifestazione: al cimitero resterà quel bambino con quel gesto sospeso che ognuno potrà completare.

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