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Giuseppe Osella e don Gianni Nascimbene “Giusti tra le nazioni”

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Giuseppe Osella e don Gianni Nascimbene “Giusti tra le nazioni”

VARALLO – A breve potrebbero essere riconosciuti i primi due «Giusti tra le nazioni» valsesiani, per avere salvato, durante la seconda guerra mondiale, persone di origine ebraica perseguitate dal Nazismo, proprio qui in Valsesia.

Giuseppe Osella e don Gianni Nascimbene “Giusti tra le nazioni”

Tutto è nato nel 2021, quando casualmente m’imbattei nella storia incredibile del salvataggio di molti rifugiati ebrei proprio qui a Varallo, all’albergo Italia, e in particolare di una intera famiglia, proprio nell’area del Sacro Monte. Cominciai a scavare nelle testimonianze e nei ricordi dei miei intervistati e tra le memorie del compianto prof. Enzo Barbano. Per farla breve, allora iniziò la mia piccola personale impresa di ottenere il massimo riconoscimento della comunità ebraica per questi eroi salvatori. Scoprì, per esempio, che il prof. Giuseppe Tosi di Novara aveva già inoltrato un’istanza allo Yad Vashem di Gerusalemme, ente preposto a questo tipo di riconoscimento, con molta documentazione e per parecchi eroi salvatori piemontesi, tra cui alcuni varallesi.

Il processo però era finito in qualche cassetto, tanto che Giuseppe Tosi abbandonò sfiduciato il progetto. Quando compresi il valore storico e umano di tutto questo non mi diedi per vinto e bussai a mille porte perché venisse fatta giustizia per questi «Giusti». Finché non ho incontrato, per puro caso, Ugo Luzzati, un italiano di origini ebraiche, promotore del Progetto Baita, che supporta coloro che vogliono stabilirsi nella nostra bella Valsesia. Con Ugo abbiamo scritto, ma senza esito. Siamo stati a Milano al museo della Shoah, ancora senza esito. Fino a quando Ugo ha riallacciato i rapporti con un amico che è collegato alla Yad Vashem ed ecco la sorpresa: Giuseppe Osella, una delle vittime di piazza Martiri a Borgosesia, e don Gianni Nascimbene di Varallo erano già stati riconosciuti «Giusti tra le Nazioni» nel 2011, ma tutto si era arenato, senza l’importante esito finale del riconoscimento ufficiale, in qualche nuovo cassetto.

Ora, dallo Yad Vashem ci comunicano che i due eroi della resistenza valsesiana sono stati riconosciuti dalla Commissione preposta quali Giusti tra le Nazioni. Ci vorranno ancora sei mesi affinché il presidente della Commissione firmi l’atto formale di riconoscimento ufficiale.
Per quanto riguarda padre Francesco Fasola, rettore del Sacro Monte in quel tempo, altra figura importante nelle operazioni di salvataggio di una famiglia ebrea, purtroppo non è vi è stato riconoscimento già nella seduta del 2011, nonostante il ricorso di un testimone oculare.

Le regole di questa commissione sono rigidissime. In realtà anche la famiglia Traglio, che abitava in regione case Sparse sopra Sacro Monte, avrebbe tutto il diritto di ottenere tale riconoscimento, ma purtroppo il tempo e la irreperibilità delle testimonianze chiave che occorrono hanno escluso anche loro da tale riconoscimento. «Varallo Misteriosa», il mio libro, documenta molto bene i fatti di quel tempo. E non è mia intenzione lasciare nulla di intentato perché, con l’aiuto di Ugo, anche a loro vada questo meritato riconoscimento. In realtà si è scoperto che anche un altro valsesiano avrebbe tutte le carte in regola per ottenere questo altissimo riconoscimento: il capostipite della famiglia Anselmetti che. oltre a collaborare con la famiglia ebrea che si salvò sopra al Sacro Monte, collaborò anche al salvataggio del famoso industriale Adriano Olivetti. Una nuova storia che verrà narrata nel mio nuovo libro «Varallo Curiosa».

Ora attendiamo la indispensabile e definitiva ratifica del riconoscimento nei prossimi sei mesi e nel frattempo, con l’aiuto di Enrico Pagano dell’Istituto Storico, si stanno rintracciando i parenti più prossimi di Giuseppe Osella e Gianni Nascimbene, per potere procedere, di seguito, alla consegna di questa alta onorificenza. Alta, dal grande valore umano, come poche altre.

Ferruccio Baravelli

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