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I ritmi della montagna laddove il tempo scorre diversamente

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Bosco in autunno (© Pixabay- Peggychoucair)
Bosco in autunno (© Pixabay- Peggychoucair)

Viviamo in un’epoca dove tutto corre veloce. Notifiche continue, email da rispondere subito, decisioni da prendere in un attimo. C’è chi cerca l’adrenalina nei Satispay casinò online italiani, chi passa da un social all’altro senza sosta, chi non riesce più a stare fermo cinque minuti. Ma qui in Valsesia il tempo ha ancora un altro ritmo. È la montagna che lo detta, sono le stagioni che decidono quando fare cosa, e non c’è tecnologia che possa cambiare questo.

L’autunno e i suoi segnali

Quando le foglie iniziano a ingiallire sui sentieri verso Rima o Carcoforo, non serve guardare il calendario. Lo capisci dall’aria che si fa più fresca la mattina presto, dal fumo che esce dai camini già a metà pomeriggio, dai funghi che spuntano nei boschi dopo le prime piogge. L’autunno in montagna è un periodo particolare. C’è chi torna a valle dopo l’estate in alpeggio, chi inizia a preparare la legna per l’inverno, chi si prepara per la vendemmia nelle zone più basse. Sono gesti che si ripetono da generazioni, un calendario naturale che non ha bisogno di promemoria sul cellulare.

Le giornate si accorciano velocemente e con loro cambia tutta la routine. Le passeggiate diventano più brevi, gli incontri al bar si spostano dal tavolo fuori a quello vicino alla stufa molti preferiscono passare del tempo online. Non è tristezza, è semplicemente un altro capitolo. La montagna ti insegna che ogni stagione ha il suo senso.

L’inverno che rallenta tutto

Poi arriva la neve e il mondo sembra fermarsi. Le strade si svuotano, alcuni paesi diventano più silenziosi, le giornate sono corte e le serate lunghe. In città questo sarebbe un problema, qui è la normalità dell’inverno. C’è chi vede l’inverno come un periodo morto, ma chi vive in montagna sa che non è così.

È un momento di pausa, certo, ma anche di preparazione. Si sistema quello che durante l’estate non si è avuto tempo di fare, si pianifica la stagione che verrà. Le serate sono diverse: si chiacchiera di più, si gioca a carte. La neve porta anche momenti di comunità. Quando nevica forte e bisogna spalare, si spala insieme. Quando la strada è bloccata, ci si aiuta. Sono cose che nelle città si sono perse, qui sono ancora la norma.

La primavera che risveglia

E poi, quando meno te lo aspetti, senti che qualcosa sta cambiando. Magari è solo un raggio di sole più caldo, o le giornate che si allungano. La neve inizia a sciogliersi, i torrenti si gonfiano, e la montagna si sveglia. La primavera è probabilmente la stagione più attesa. Dopo mesi di freddo e buio, vedere i primi fiori nei prati, sentire gli uccelli che tornano, poter uscire senza il giaccone pesante è una liberazione. Non è solo un cambio di temperatura, è un cambio di energia.

La gente esce di più, riprende i lavori all’aperto, torna a camminare sui sentieri. È anche il momento in cui chi ha terreni e orti inizia a preparare tutto per la bella stagione. Non si improvvisa niente: ogni cosa ha il suo tempo giusto. Semini troppo presto e una gelata tardiva ti rovina tutto, aspetti troppo e perdi settimane preziose. La montagna ti insegna la pazienza, ma anche a cogliere il momento giusto.

L’estate breve ma intensa

E poi arriva l’estate, che qui in quota dura meno che altrove ma è forse per questo ancora più preziosa. Le giornate si allungano, i pascoli si riempiono di animali, i sentieri di escursionisti. È il momento dell’anno dove succede di più, dove si lavora di più, dove si vive all’aperto il più possibile.

Ma anche l’estate ha il suo ritmo, diverso dalla frenesia delle città. Certo, c’è da lavorare, da fare fieno, da portare avanti le attività. Ma rimane sempre quella consapevolezza che tra qualche mese arriverà di nuovo l’inverno.

Un tempo diverso

Vivere seguendo i ritmi della montagna significa accettare che non sei tu a decidere tutto. Il maltempo può rovinare i tuoi piani o bloccare internet, la neve può bloccarti in casa, il freddo può ritardare i lavori. Ma questa apparente mancanza di controllo è in realtà una forma di libertà. In un mondo che va sempre più veloce, la montagna ti ricorda che esistono ritmi diversi, più lenti forse, ma anche più profondi.

E tu cosa ne pensi?

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