Attualità
I sindaci di Valsesia e Valsessera uniti nel dare un segnale forte alla Direzione ASL
BORGOSESIA – A Vercelli si era riunito il «tavolo tecnico» sull’ospedale di Borgosesia.
Presenti il Direttore generale Asl Eva Colomvo, il direttore di Distretto Germano Giordano, i sindaci di Varcelli, Andrea Corsaro, e Borgosesia, Fabrizio Bonaccio, Francesco Pietrasanta presidente di Unione Montana, Paolo Setti primo cittadino di Coggiola in rappresentanza della parte valsesserina, e il vice sindaco di Gattinara Daniele Baglione. Un incontro che, ci ha spiegato Fabrizio Bonaccio, per la Valsesia (e per le legittime esigenze dei valsesiani) non è andato «così bene». Anzi.
Ma partiamo dall’unico dato positivo, l’Ortopedia: al SS. Pietro e Paolo sarà potenziata con un dipartimento di robotica e l’inserimento di robot che permetteranno di ottimizzare gli esiti degli interventi.
Una tecnologia all’avanguardia, quindi, che pochi hanno. «Quel che non va bene, purtroppo, è tutto il resto». A iniziare dalla Cardiologia: «Fino all’estate scorsa» ricorda Bonaccio, «era pienamente operativa. Poi, stante la scarsità di medici, la funzionalità del reparto è stata ridotta a otto ore giornaliere, dal lunedì al venerdì, lasciando del tutto scoperti i fine settimana. La Direzione Asl ci aveva rassicurati: è un provvedimento temporaneo. Che invece prosegue, a danno dell’utenza valsesiana. Una Cardiologia a regime serve a tutti, anche come supporto agli altri reparti. Mi spiace dirlo ma non abbiamo trovato aperture: non ci basta infatti la ventilata soluzione di 12 ore sui soliti cinque giorni. I medici ora ci sono. Non vogliono venire a Borgosesia? Eppure ci sarà un modo per aggirare questa impasse: che l’Azienda si attivi. Tengo a precisare che non sono idee mie, cose che mi invento: mi sono confrontato, e continuo a farlo, con medici e personale. La situazione è questa».
Rianimazione: «Insomma, anche qui le notizia non sono incoraggianti, tutt’altro» spiega Fabrizio Bonaccio. «Le opere di allestimento del reparto non saranno pronte, al contrario di quanto ci era stato detto in un primo momento, per l’estate ma pare siano destinate a slittare all’autunno. Quindi tempi che s’allungano. E poi, ancora e sempre il canonico problema: “non ci sono medici che siano disposti a venire a Borgosesia”: la Rianimazione potrebbe non aprire per mancanza di personale».
E il Punto nascite? «Ce ne devono garantire il mantenimento. La Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia Vercelli Borgosesia registra meno di 500 parti all’anno. E’ una questione di numeri, ma fino a un certo punto: stando alle cifre, esistono altre realtà, vedi Domodossola, molto più a rischio chiusura della nostra e che però continuano a essere regolarmente funzionanti. In ogni modo, assurdo si prenda in considerazione la chiusura di Borgosesia, lontana geograficamente dalle altre Maternità con conseguente enorme disagio delle partorienti, e non Vercelli, che dista da Novara pochi minuti di auto».
Infine (e meno male: il quadro è veramente veramente disarmante), emergono criticità anche sulla Diabetologia (mai ripristinata dopo il covid), l’Otorinolaringoiatria e la Gastroenterologia.
«Serve più attenzione al territorio» prosegue Bonaccio. «Non basta dire “non ci sono medici”. Anche perché l’ultimo DL ha previsto una stretta sui gettonisti, il che significa una cosa sola: di medici ce ne saranno ancora meno. Nei Pronto Soccorso, dove si lavora soprattutto a gettone, si potrà andare avanti così ancora per un anno ma negli altri reparti, una volta che saranno scaduti, i contratti dei gettonisti non potranno più essere rinnovati».
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