Attualità
Ideologia Gender e magistero della Chiesa Cattolica
L’associazione Life, Libertà Famiglia Educazione, in collaborazione con il Vicariato episcopale della Valsesia, Giuristi per la vita, Nova Civilitas, e la Parrocchia di Sant’Antonio Abate, sabato 2 febbraio, nel salone parrocchiale – messo a disposizione da don Matteo per quest’occasione di conoscenza e discussione – ha organizzato un incontro pubblico dedicato a «Ideologia Gender e magistero della Chiesa Cattolica».
Stefano Fontana, presidente di Life, ne ha spiegato le finalità volte a sensibilizzare su tematiche incentrate sulla vita dal concepimento alla morte e sulla famiglia, come istituzione cardine della società.
Don Gianni Remogna, parroco di Romagnano e vicario episcopale della Valsesia, ha introdotto il tema e, per evitare fraintendimenti, ha preferito leggere l’Introduzione che aveva mandato anche al vescovo, monsignor Brambilla, che partiva da una affermazione: «L’ideologia Gender propone che l’identità sessuale sia decisa dalla singola persona in base a come si percepisce, con la possibilità di variare nel tempo», abbinando la lettura del passo biblico della Genesi «Maschio e femmina Dio li creò» e di un passo del Vangelo di Matteo, per dimostrare che «Dio ha creato solo due categorie sessuali, maschio e femmina, e non ha detto loro di scegliere la loro identità. L’identità sessuale rimane tutta la vita, con un DNA unico e irripetibile, con seimilacinquecento geni espressi in modo diverso tra i due generi: la realtà oggettiva delle cose è diversa dal come uno si sente». Il primo Papa a denunciare i rischi del Gender fu Benedetto XVI nel 2008, riprendendo questo tema anche nell’ultimo discorso del 2012. Citando Papa Francesco, «il Papa più accogliente della storia della Chiesa», don Remogna ha ricordato che il Pontefice si è espresso molto duramente nei confronti di quella che ha definito «ideologia Gender»: «Espressione di una frustrazione o di una rassegnazione che non sa più confrontarsi con la differenza sessuale», «La teoria del Gender è il grande nemico del matrimonio e occorre difendersi dalle colonizzazioni ideologiche».
Il relatore, l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita e di Nova Civilitas, che da cinque anni si dedica a presentare e promuovere la sua posizione e quella della Chiesa Cattolica rispetto al tema «Gender», ha iniziato il suo intervento invitando a distinguere tra dati oggettivi e percezione degli stessi, parafrasando San Tommaso: «E’ l’essere che condiziona il pensiero, non è il pensiero che crea l’essere». Amato ha puntualmente citato, con precisi riferimenti bibliografici, tutti gli interventi del Papa su questo tema: «Paragonato alla bomba atomica per il suo potenziale distruttivo, a un atto di terrorismo, a una guerra per distruggere il matrimonio» e ricordando che la condanna dell’ideologia Gender è diventata un atto di magistero della Chiesa cattolica, attraverso quanto scritto al punto 56 dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia: «Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata a un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare. D’altra parte, la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie. Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata».
La traduzione italiana di Gender è «identità di genere» e indica la percezione di sé come maschio o come femmina, o come non definito: «undeterminate». Amato, facendo riferimento all’eresia agnostica, ha ricordato che l’uomo perfetto per la gnosi era l’indistinto, l’androgino, praticamente il Gender.
La maggiore teorica della teoria del Gender e della «Fluid generation» è la filosofa Judith Butler, autrice del libro, tradotto in italiano come «Fare e disfare il genere». Assegnare il sesso alla nascita sarebbe una violenza, perché non ci si può basare solo sulla forma dei genitali. A proposito di questa affermazione definita «Disprezzo per la realtà del mondo dato», Amato ha riscontrato il germe del totalitarismo, come era stato paventato da Hannah Arendt nel volume «L’origine del totalitarismo».
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