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Il Ca’ Mea sarà per tutti

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Il Ca’ Mea sarà per tutti

Sarà la posizione, dalla quale, nelle giornate più fortunate e limpide, si riescono anche a vedere i primi grattacieli di Milano, sarà il colore, rosso acceso con il tetto giallo, saranno le persone, che ogni domenica tengono aperta la cucina accogliendo calorosamente gli escursionisti… ma al Ca’ Mea, rifugio sul Monte Tovo, si sta veramente bene!

Il Ca’ Mea sarà per tutti

E tra non molto si starà ancora meglio: sono finalmente ripartiti i lavori di ristrutturazione per renderlo un «Rifugio per tutti», raggiungibile e fruibile anche dalle persone con disabilità. Il progetto, sostenuto da una campagna di Fondazione Valsesia, prevede infatti la realizzazione di una strada carrozzabile fino all’ingresso della struttura e di un balcone esterno in legno per far accomodare ospiti e avventori.

Questa, però, è solamente la fase finale di un lungo processo di cambiamento iniziato cinque anni fa. Lo spiega il presidente dell’Associazione Pro Rifugio Monte Tovo, Giuseppe Gallina: «Tutto è nato nel 2019, quando, in maniera molto naturale, nella nostra associazione si è registrato il ricambio generazionale del Consiglio direttivo; sono stati eletti un nuovo presidente, vicepresidente, segretario e tesoriere, e anche molti consiglieri. Io ho assunto il ruolo di presidente di questo gruppo di amici, vecchi e nuovi, motivati e volenterosi, che poi sono i veri protagonisti di tutto quanto è accaduto in questi anni in cui, oltre a compiere grandi passi in avanti nel rinnovamento del rifugio, hanno saputo pazientare e tener ferme le loro aspettative anche nei momenti più bui e deludenti. E’ fisiologico come occhi nuovi, più “giovani”, siano in grado di cogliere, rispetto a ciò che c’è già e c’è sempre stato, un nuovo potenziale, un margine di miglioramento. Il nostro gruppo ha saputo innescare un processo di cambiamento che inizialmente sembrava impossibile da realizzare ma che in realtà era pronto ed era solamente lì in attesa che qualcuno lo alimentasse per prendere corpo e forma. Questo è stato il caso del progetto “Un rifugio per tutti”».

Il saper guardare oltre e soprattutto il saper cogliere le opportunità che un luogo come il rifugio G. Gilodi offre hanno guidato il nuovo gruppo fin nelle prime fasi progettuali: «Il quesito al quale abbiamo cercato di rispondere è stato: perché, dal momento che abbiamo la fortuna di avere un rifugio servito da una strada carrozzabile, non facciamo in modo di renderlo accessibile anche alle persone con difficoltà di movimento? Da lì, l’idea. Abbiamo incaricato Gian Luca Zaninetti e Filippo Donadello, soci e professionisti del settore, di elaborare un progetto di massima per verificare che il desiderio fosse effettivamente realizzabile».

Dai dati progettuali era però evidente che, con le sole risorse finanziarie del rifugio, non si sarebbe potuta completare un’opera così impegnativa. Qui è entrata in gioco Fondazione Valsesia che, ha accolto il gruppo, l’ha incoraggiato avviando una collaborazione che ancora continua.

«I primi lavori sono iniziati nell’autunno 2020, con la ristrutturazione del bagno interno con caratteristiche compatibili all’utilizzo da parte di persone con disabilità. Questa è stata la conferma della validità del nostro agguerrito “Gruppo di lavoro” che, quasi autonomamente, ha costruito il tutto dalle opere murarie, idrauliche e accessorie». Purtroppo, all’avvio così roseo è seguito un periodo più difficile: il Covid che ha «bloccato» tutte le opere, in primis, e poi una trattativa per l’acquisizione del terreno conclusasi negativamente hanno comportato la modifica e la rivisitazione del progetto (che in principio comprendeva una passerella sopraelevata nel bosco accessibile anche alle carrozzine).

In più, in questi ultimi mesi c’è stato un lunghissimo iter tra le richieste della Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici… Ora, nel settembre 2024, però, lasciate indietro tutte le difficoltà, riprendono ufficialmente i lavori al rifugio Ca’ Mea. Li illustra il presidente: «Di fronte all’edificio verrà rimossa tutta la vecchia recinzione con seduta: poseremo una pavimentazione in legno di larice che coprirà e renderà omogeneo tutto lo spazio frontale del rifugio (circa 180 mq) e darà una veste al contesto della struttura. Sarà nuova anche tutta la panchina integrata alla balaustra perimetrale. L’attuale strada di accesso, oggi adatta a mezzi fuoristrada, sarà resa praticabile anche a mezzi e automobili di normali caratteristiche; chi sarà in difficoltà a muoversi potrà utilizzare il parcheggio per disabili che costruiremo a fianco del rifugio».

Questo per cominciare poi ci si dedicherà alla parte retrostante dove, accanto al parcheggio per disabili, sarà costruita una porta d’accesso al salone priva di barriere architettoniche. Anche la pavimentazione del cortile nel retro della struttura sarà rifatta e resa omogenea per permettere a chi utilizza carrozzelle o deambulatori di accedere anche al cortile in larice sul fronte e scegliere se prendere il sole o godere dell’ombra dei due magnifici alberi che da anni fanno compagnia al Ca’ Mea.

«La prossima settimana esporremo il cartello di “cantiere” e ci sarà il primo colpo di badile. Sarà il simbolo della tenacia con cui siamo riusciti ad attraversare tutte le difficoltà: tutti noi lo ricorderemo esponendo una vecchia foto dei volontari che, nel 1952, hanno inferto al terreno vergine il primo colpo di piccone per la costruzione del rifugio».

E tu cosa ne pensi?

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