Attualità
Il Lions Club Valsesia incontra il Peru Magunèla, Carlo Minoli, la Gin Fiammà
BORGOSESIA – Martedì 20 febbraio il Lions Club Valsesia ha invitato il Peru Magunèla, Carlo Minoli, la Gin Fiammà, Virginia Trivelli, la Presidente del Comitato Carnevale, Daiana Astolfi e Andrea Petrarca, che per ben quattordici anni rivestì i panni della maschera borgosesiana, per parlare de: Il Carnevale di Borgosesia, tradizione e cultura, non solo in piazza.
Il Peru è come l’Araba fenice, risorge dalle ceneri del Mercu Scurot, per tornare a portare allegria e solidarietà, parlando di cosa sta “dietro” alla piazza: lavoro, impegno e serietà per organizzare un bel Carnevale, come quello di quest’anno e poi viverlo e portarlo nelle sfilate e nei momenti pubblici.
Il Lions Club Valsesia incontra il Peru Magunèla, Carlo Minoli, la Gin Fiammà
“Il Carnevale è una cosa seria” ha esordito il Presidente del Lions Club Valsesia, Francesco De Pace, presentando gli ospiti, e ricordando la propria esperienza personale di partecipazione ad un gruppo mascherato: “Richiede sacrificio, e determinazione, però avvicina le persone, crea legami forti, diventa un momento importante di aggregazione”.
Carlo Minoli, da otto anni Peru, ha raccontato la propria esperienza: “Amo il Carnevale. Sono onorato di essere stato chiamato a rivestire i panni del Peru: nella mia famiglia il Carnevale era una tradizione molto sentita, rappresentava un momento di festa in cui la famiglia si riuniva, mi è stato inculcato un sentimento di appartenenza ad una Comunità e ad una Storia. Trasmettere emozioni ai bambini e agli anziani è qualcosa di indimenticabile, che dà la carica per affrontare la vita con una marcia in più, infonde ottimismo per guardare il futuro”.
Mentre “Il Peru è come il Papa”, resta in carica a tempo indeterminato, la Gin cambia ogni anno, ma ognuna lascia un’impronta. Così è stato per Virginia Trivelli, appartenente anche lei ad una famiglia che il Mercu Scurot apriva la cantina e con una nonna che aveva vestito lei stessa gli abiti di Gin e accoglieva i cilindrati: “Il Carnevale fa parte di me: nessuno ti insegna a fare la maschera, solo quando sei personalmente coinvolta scopri quanto sia appagante il rapporto con le persone e soprattutto si ha l’opportunità di conoscersi meglio. Anch’io ho voluto quest’anno introdurre una novità: una domenica siamo andati tutti mascherati a messa grande e nell’omelia il Parroco ha ricordato come il nostro ruolo fosse di servizio alla comunità e ciò ci ha gratificati e resi consapevoli della serietà dell’impegno assunto”.
Il primo Mercu Scurot
“Fare il Peru è un’emozione per un borgosesiano, ma perché a Borgosesia è così forte il sentimento verso il Carnevale che è diventato una tradizione viscerale?” Andrea Petrarca, storico Peru, attraverso questa domanda ha raccontato come sia nato prima il Mercu Scurot del Carnevale: “Il capo tintore della Manifattura Lane di Borgosesia, fondata nel 1850 da Antongini e Schumacher, era un alsaziano, Bomen (o Baumann), il quale, ritornando dal ballo e dai bagordi del “Martedì grasso”, decide di inscenare il funerale del Carnevale in casa sua, invitando gli amici ad accorrere per vedere la “disgrazia” che gli era accaduta. Gli amici, perfettamente addestrati ed istruiti, intuirono immediatamente l’idea del loro compagno e, indossato l’abito di cerimonia, che si utilizzava per i funerali, ma anche per le feste, i banchetti, i matrimoni e cioè il frack, il cilindro e il papillon, verso sera inscenarono per il borgo il “funerale” del Carnevale, e il povero Peru fu portato in corteo dai cilindrati, di osteria in osteria: quello fu il primo Carnevale di Borgosesia. Non era una manifestazione anticlericale, ma certo una trasgressione forte”.
La tradizione prese sempre più vigore, creata e portata avanti dai “poteri” dell’epoca, dalla classe dominante e dalla borghesia locale, contro il potere ufficiale, sia laico che religioso, come scrisse Franca Tonella Regis in un’acuta analisi storica del fenomeno. Nel 1886 il fantoccio divenne una persona fisica, il Peru Magunèla, prese nome dal patrono del borgo e dal soprannome dei suoi abitanti, i “Magon”, vestì i colori risorgimentali e gli fu affiancata la Gin, Fiammà, una donna dai bollenti spiriti, che certo non attendeva a casa il Peru facendo calzetta! Solo nel 1888 il Carnevale ebbe il suo compimento con il matrimonio del Peru e della Gin, interpretati da Battista Mongini e da Francesco Ottone. Bisognerà attendere fino al 1933 per vedere la prima Gin donna: Pina Mattioli, al fianco di Virginio Bussi.
Il “cassù” del Mercu Scurot
Il “cassù” del Mercu Scurot, caratteristico mestolo di legno, fu inventato da Carlo Conti nel 1904: “Per arginare gli eccessi: bisognava acquistarlo per poter bere”. Petrarca ha poi parlato del Comitato che organizza il Carnevale, costituito inizialmente dai personaggi più in vista della città, coloro che ancora una volta rappresentavano il “potere” di Borgosesia, in cui i figli succedevano ai padri. A metà degli anni Sessanta il vecchio Comitato lasciò per “raggiunti limiti di età” e si fece avanti un gruppo di giovani: “Ugo Pizzi organizzò il Mercu Scurot e fu nominato Presidente Gianfranco Zanni, grazie al quale il Carnevale fece un salto di qualità, diventò di livello nazionale”.
Oggi il Carnevale, dopo un’altra crisi di identità, è ripartito alla grande, sono entrati molti giovani e Presidente è una donna: Daiana Astolfi, che si è assunta un impegno non indifferente e lo ha assolto con onore: “In venticinque giorni di Carnevale “girano” venticinquemila euro, che certo sono un aiuto non indifferente per l’economia”. Petrarca ha concluso ricordando il gemellaggio con il carnevale di Dusseldorf: “Elitario e costosissimo, come Venezia”: “Ci furono scambi reciproci che speriamo un giorno di riuscire a riprendere”. Parlando poi dell’incontro organizzato quest’anno con la Consulta, che ha avuto molto successo, ha ipotizzato di riproporlo nel 2024, magari dedicandolo ai poeti vernacolari del Carnevale.
Francesco De Pace ha ringraziato gli ospiti, il “Gotha” del Carnevale borgosesiano e, dietro suggerimento del Cerimoniere, Alberto Regis Milano, si è auspicato di ritornare nel 2024, in occasione del cinquantesimo del Lions Valsesia, ad organizzare la Festa di Carnevale in maschera, invitando il Peru Magunèla e la Gin. Un invito fatto tanto in anticipo non potrà che essere accolto.
Piera Mazzone
You must be logged in to post a comment Login