Attualità
Il Piemonte è, a tutti gli effetti, una regione «family friendly»
La Regione Piemonte è, a tutti gli effetti, «family friendly».
Ed elargirà finanziamenti – e un bollino ufficiale – ai Comuni che sceglieranno di investire nelle politiche per la Famiglia. L’iniziativa, che oggi è presentata la scorsa settimana in Sala Viglione, nella sede del Consiglio Regionale del Piemonte, è stata fortemente voluta dall’assessore regionale alla Famiglia, Chiara Caucino, che da un anno ha intessuto una stretta collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento per mutuarne le migliori pratiche ed esportarle in terra sabauda.
E così dal progetto si è passati alla delibera, che ha istituito l’iniziativa e, oggi all’azione, con la presentazione del bando. L’investimento complessivo è di 220mila euro e il massimo finanziabile per ogni progetto è di 27.500 euro, fino ad esaurimento delle risorse. E’ però previsto, nell’ottica del lavoro in sinergia anche dal punto di vista delle risorse, un co-finanziamento comunale del 10 per cento da parte dei Comuni che intendano avviare un percorso finalizzato all’acquisizione della certificazione.
Ma di cosa si tratta?
Si tratta di una certificazione ufficiale che verrà rilasciata a seguito di uno specifico percorso, che comprende l’adozione di un Piano famiglia, cui i Comuni beneficiari potranno destinare parte delle risorse assegnate dalla Regione.
Le istanze proposte dovranno prevedere un sintetico programma di interventi, da concretizzare e sviluppare nella stesura del rispettivo piano comunale di intervento per le famiglie, che comprenderà i requisiti presenti nel bando.
Gli interventi previsti dovranno essere formulati e contestualizzati a partire da una attenta mappatura dei fabbisogni delle famiglie del proprio territorio, con indicazione di massima delle aree di azione previste, con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni di terzo settore, dell’associazionismo giovanile, nonché delle famiglie stesse assicurando particolare attenzione a quelle con figli nella fascia d’età 0-6 anni.
Per favorire la tendenziale copertura di tutto il territorio regionale, si provvederà a finanziare almeno un progetto per ciascuna provincia del Piemonte, purché ammissibile e con punteggio minimo previsto e una popolazione di almeno 20mila abitanti (in Piemonte sono 33 centri).
Il piano famiglia sarà biennale e dovrà essere attuato, nei due anni nella misura minima dell’80 per cento.
Qualora da uno stesso ambito provinciale pervengano più istanze da Comuni, si procederà al finanziamento sulla base del punteggio attribuito.
In caso di parità di punteggio si darà la priorità ai Comuni che abbiano presentato istanza progettuale che prevede un partenariato comprendente il maggior numero di Istituti Scolastici, organismi del terzo settore, realtà associative familiari.
Le richieste dovranno essere presentate via PEC, entro le 12 del 30 marzo
Il bando con la relativa modulistica, sarà consultabile sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte e sul sito internet della Regione Piemonte, al seguente indirizzo: http://www.regione.piemonte.it/bandipiemonte
Spiega l’assessore regionale alle Politiche per la Famiglia, Chiara Caucino: «Quello che presentiamo oggi ai Comuni piemontesi rappresenta una vera e propria pietra miliare per il sostegno ai nuclei famigliari ed è frutto di un lungo e attendo studio delle best pratices in uso con successo nella Provincia Autonoma di Trento, parendo dal presupposto che, nella mia visione e nella visione di questa giunta, la famiglia è il cardine della nostra società e deve essere valorizzata e sostenuta con ogni mezzo possibile».
Per Caucino, «Investire sulla famiglia, per noi e per i Comuni, significa investire sul futuro. I Comuni che otterranno la certificazione avranno grandi vantaggi in più settori: attrattività, aumentando interesse e popolazione, produttività, puntando sul welfare e invogliando le aziende ad investire sul territorio e maggiore natalità. Per questo sono certa che l’iniziativa avrà successo e che potrà in futuro essere implementata con ulteriori azioni sempre orientate a sostenere i nuclei famigliari nel loro insieme, favorendo la natalità, sostenendo il ruolo delle mamme lavoratrici e istituendo azioni di welfare aziendale che permettano di conciliare la vita lavorativa senza compromettere l’unità e il funzionamento dell’antico, ma sempre più attuale, “focolare” domestico».
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