Attualità
Il Rotary Club di Gattinara in visita alla Biblioteca e all’Archivio del Santuario di Oropa
Il Rotary Club di Gattinara, presieduto dall’architetto Fulvio Caligaris, prosegue nella scoperta delle istituzioni culturali del territorio, con una visita alla Biblioteca e all’Archivio del Santuario di Oropa, guidata dal Commendator Mario Coda, amministratore di parte laica del Santuario da 1991 al 2004, Bibliotecario-archivista, dal 1991 Vice Presidente della Commissione del Cartario, fondata nel 1936, del quale sono finora usciti tre tomi, due nel 1945 e 1948, curati da Monsignor Giuseppe Ferraris, il terzo edito nel 1999 e prossimamente sarà pubblicato il quarto e ultimo, con l’Indice analitico, che sarà curato da Giorgio Tibaldeschi.
Oropa è uno dei santuari più conosciuti e visitati del Nord Italia, fa parte del sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, il Sacro Monte di Oropa, ed è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La chiesa vecchia di Oropa fu costruita inglobando parzialmente un secondo masso erratico, detto roc ‘dla Vita (ovvero masso della Vita), tuttora visibile sulla fiancata nord-occidentale dell’edificio. Questo roccione era noto in passato per essere oggetto (come altri massi erratici) di culti pagani legati alla fecondità. Secondo la tradizione l’origine del Santuario è da collocarsi nel IV secolo, ad opera di S. Eusebio, primo vescovo di Vercelli. I primi documenti scritti che parlano di Oropa, risalenti all’inizio del XIII secolo, riportano l’esistenza delle primitive Chiese di Santa Maria e di San Bartolomeo, di carattere eremitico, che costituivano un punto di riferimento fondamentale per i viatores (viaggiatori) che transitavano da est verso la Valle d’Aosta. Lo sviluppo del Santuario subì diverse trasformazioni nel tempo, fino a raggiungere le monumentali dimensioni odierne tramutandosi da luogo di passaggio a luogo di destinazione per i pellegrini animati da un forte spirito devozionale. Il maestoso complesso è frutto dei disegni dei più grandi architetti sabaudi, che hanno contribuito a progettare e a realizzare l’insieme degli edifici che si svilupparono tra la metà del XVII e del XVIII secolo. Dal primitivo sacello all’imponente Basilica Superiore, consacrata nel 1960, lo sviluppo edilizio ed architettonico è stato grandioso. Il gruppo di soci rotariani salendo la scalinata monumentale del Beltramo, ha oltrepassato la Porta Regia, giungendo nel chiostro della Basilica Antica, avvolto nel silenzio di una serata in cui nel cielo si vedevano moltissime stelle, complice il fatto che l’oscurità non era contaminata da fonti luminose artificiali.
Mario Coda ha condotto i suoi ospiti nella Biblioteca Storica del Santuario, che si costituì a partire dal XVII secolo, con i volumi di tema religioso utilizzati e poi lasciati a Oropa dai sacerdoti collegiali attivi nel Santuario. Nel Settecento si arricchì di altri fondi librari donati da religiosi e da devoti laici, mentre nel XIX secolo fu acquisita buona parte della biblioteca del convento agostiniano di San Pietro di Biella, soppresso in epoca napoleonica. A tale insieme appartengono alcuni incunaboli, diverse cinquecentine e molti testi di carattere religioso del Sei-Settecento. Gli “ingressi” degli ultimi anni hanno invece considerevolmente aumentato il numero dei libri relativi al Biellese (con una sezione tutta oropense) e sul Piemonte in generale. Attualmente la Biblioteca del Santuario di Oropa conta oltre 18.000 volumi ed una sezione dedicata alle tesi di laurea, seguite direttamente da Mario Coda. Salendo al secondo piano dell’edificio principale, raggiungendo la Galleria San Bernardo, il gruppo è passato davanti all’osservatorio meteo-sismico fondato nel 1874 per opera del padre barnabita Francesco Denza di Napoli (1834-1894), che fa parte della rete meteo regionale del Piemonte e della rete sismica sia regionale che nazionale e nel padiglione Parella è stato mostrato l’Archivio Storico del Santuario di Oropa, riordinato da Danilo Craveia, in cui sono custodite testimonianze documentarie e iconografiche di notevole rilevanza culturale: più di cento metri lineari di carte antiche, oltre trentamila immagini fotografiche e alcuni filmati che documentano la vita di Oropa. Proseguendo lungo la galleria Coda ha permesso agli ospiti gattinaresi di ammirare la donazione dei coniugi Carlo e Angiolina Torrione: oltre cinquecento quadretti con stampe litografiche di devozione popolare dell’Ottocento, dei quali duecenti esposti.
L’ottima cena, in cui non poteva mancare la “polenta concia” è stata servita presso il ristorante Caminetto, che prossimamente aprirà un “gemello” a Roma, davanti al Quirinale, dove si serviranno esclusivamente piatti piemontesi.
Dopo la cena il Commendator Coda ha parlato della secolare storia di Oropa, soffermandosi sulla Quinta Incoronazione, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2020, ma, a causa del Covid, è slittata nel 2021, ricordando come la statua della Madonna nera sia stata rivestita del Manto della Misericordia, realizzato con quindicimila pezzi di stoffa donati dai fedeli che hanno affidato alla Vergine un frammento della propria vita, ricordi di momenti di gioia, di dolore, accompagnandolo con un’intenzione di preghiera. I piccoli pezzi di tessuto, di composizione e provenienza diversa sono stati cuciti dalle monache benedettine di Orta e da alcune volontarie biellesi. Coda ha poi ricordato che: “Sui volti della Vergine e del Bambino, a differenza del resto della statua, non si ferma mai la polvere: una volta all’anno, intorno al 20 novembre, in occasione della festa della Presentazione di Maria al Tempio, viene pubblicamente effettuata una pulizia passando un panno sulla statua e sui volti. Il panno che terge i volti rimane pulito a differenza del panno passato sul resto della statua”. Dopo aver ringraziato il Commendator Coda per l’accoglienza in Biblioteca e in Archivio e per le ottime spiegazioni, i rotariani sono tornati alle loro case, portando con sé un afflato speciale di spiritualità, oltre a molte nozioni di storia, di arte e di Fede.
Piera Mazzone
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