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In teatro a Serravalle una serata dedicata a Mugiun III

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Prima che Ferruccio Mazzone ne vestisse i panni, il Mugiun, la maschera di Serravalle era solo un fantoccio.

Siamo di fronte a un classico caso di “tradizione inventata”, concetto introdotto nel 1983 con la pubblicazione di un libro, oggi divenuto un classico, curato da Eric Hobsbawm e Terence Ranger, The Invention of Tradition, edito per la Cambridge University Press. Nel saggio introduttivo, Hobsbawm ipotizza che molte «…tradizioni che ci appaiano, o si pretendono, antiche, hanno spesso un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta». L’invenzione, molto spesso, è il frutto di un singolo atto volitivo, o avviene attraverso un più articolato processo creativo che si realizza, comunque, in un breve arco di tempo. Le “tradizioni inventate” sono spesso l’elaborazione di una risposta a tempi di crisi, a epoche di rapido cambiamento sociale, alla necessità di fronteggiare nuove situazioni e a Serravalle c’era proprio la voglia di dimenticare il triste periodo della seconda Guerra Mondiale, divertendosi, ballando e cantando, il richiamo al passato serviva per dare una forma di legittimità all’esperimento. Quella di Ferruccio Mazzone è stata davvero l’invenzione di una tradizione, perché creò intorno al Mugiun un personaggio in carne e ossa, con una vita, un domicilio, dei pensieri: era un serravallese che nel tempo del Carnevale dismetteva gli abiti da contadino e diventava il più importante all’interno della Comunità, sentenziando e creando nuove regole di convivenza civile.

Com’è nato il Mugiun? Nel 1949 un gruppo di giovanotti che frequentavano il Bar Centrale decisero di dare vita al “nuovo” Carnevale, che venne programmato per il 1950. Si costituì il Comitato Carnevale con Presidente Carlo Pasquino, Vice Ugo Sezzano e Ferruccio Mazzone, consiglieri Innocente Bossi, Francesco Cattaneo, Carlo Cena, Angelo De Ambrosis, Ferruccio Francese, Giuseppe Francione, Norberto Ferrara, Flaminio Galoppini, Volturno Mazzone, Elvio Pasteris, Aldo Rinolfi. Lo raccontarono con parole ed immagini nel 2012 Rossano Biglia e Gustavo Ferrara, autori de: “La seconda mugiuneide. Storia documentata della Nobile Stirpe dei Mugiun Re dei Carnevali Serravallesi”, edito a cura del Comitato Carnevale Serravalle Sesia.

Ferruccio Mazzone sbrigliò la sua inarrestabile fantasia ed inventò la “maschera fisica” del Mugiun: domenica 27 febbraio 1950 il Mugiun giunse dall’Alpe del Cardellino vestito con abiti da contadino, con sulle spalle un vecchio gerlo dal quale spuntavano un ombrello e una zucca, ad attenderlo la Mugiun-a: Antonietta Piolo. Abbandonati i vestiti della quotidianità il Mugiun indossò l’elegante livrea giallo-verde, dai colori della zucca, con un cilindro in testa, che poi si sarebbe trasformato in feluca guarnita di marabù.

Restò memorabile quel primo Carnevale del 1950: la guerra era finita da quattro anni e la gente aveva voglia di rinascere, di ricominciare a vivere. I premi messi in palio erano esorbitanti: 12.000 lire al carro vincitore, quando il salario medio di un operaio della Cartiera era di 23.000 lire. L’intero montepremi, ammontante a 450.000, lire fu messo a disposizione dalla Cartiera Italiana, che allora era davvero la “mamma” di Serravalle, perché dava non solo lavoro ma anche servizi sociali: aveva una Banda Musicale, un Asilo, un centro ricreativo, un cinema teatro e molto altro. Nel 1960, grazie a Renato Colombo, fu fondata l’Accademia di Cultura e Arte con la quale il Comitato Carnevale collaborò attivamente nell’organizzazione di serate e del raduno delle maschere.

Ferruccio Mazzone, quando fu nominato Presidente del Comitato Carnevale, organizzò il Convegno Folkloristico Interregionale in occasione della Mostra Agricola Serravallese: anche quello fu un successo.

Grazie alla fervida inventiva di Ferruccio Mazzone Serravalle andò in televisione: nel 1957 a Telematch si parlò del paese e il Mugiun annunciò un carnevalone per l’anno successivo, cui parteciparono ben undici carri e sei mascherate.

Mugiun III concluse la sua carriera nel 1975 e con lui si perse la parlata nel puro serravallese a favore dell’italiano. Dal 1979 iniziò un periodo di vuoto, nessun regnante si presentò per l’eredità. Il 15 febbraio 1982 chiuse la Cartiera, ma il Carnevale andò avanti. Nel 1981 Ferruccio Mazzone riprese le redini del Carnevale, che era andato declinando e inventò l’arrivo dei Mugiunin: Riccardo Bevilacqua e Simona Bertona. Nel 1998 Ferry rivestì per l’ultima volta gli abiti del Mugiun in occasione del Carnevale del Centenario: e magicamente era tornato il brillante Mugiun della metà del secolo. Ogni anno non mancavano mai i suoi articoli sul Carnevale Serravallese ed era sempre presente alle principali manifestazioni. Il 4 novembre 2005 morì, ma verrà ricordato nelle vesti della sua creatura: il Mugiun, come un grande uomo di cultura e di umanità, che aveva dedicato la vita al suo paese.

Oggi il Comitato Carnevale ha sentito il bisogno di ricordare la propria tradizione per rafforzarsi nel presente e soprattutto per garantire un futuro: venerdì 1 marzo è stata organizzata una serata a teatro, la platea era gremita e avevano accolto l’invito del Presidente Giancarlo Lanno anche le “maschere” dei paesi vicini: Peru e Gin, Giuan Baceja e Marianna Courbela e molti altri gruppi mascherati, senza dimenticare le maschere di Piane, Vintebbio e Bornate.

Sul palco un’attenta regia aveva creato una cornice di musica popolare, con canzoni dialettali suonate e cantate da Renato Longato, all’interno della quale Gustavo Ferrara e Daniele Bovolenta, due “fini leggitori” come si sarebbe detto un tempo, hanno ripercorso anno dopo anno la storia del Carnevale serravallese di cui il fulcro fu Ferruccio Mazzone. Come premessa Piero Landoni, amico e collaboratore di Ferruccio, ha voluto ricordarlo con un breve scritto, ripercorrendone le trovate geniali che contribuirono a far rinascere il Carnevale come autentico momento di aggregazione per la popolazione.

William Bonandin, membro del Comitato e spigliato presentatore della serata, ha collegato i vari interventi, creando lo spettacolo.

Il Carnevale è il momento della “muciaria” come avrebbe detto amichevolmente Ferruccio: alcune persone ce l’hanno nel sangue e lo portano avanti con determinazione, riscuotendo il successo che si meritano. E’ una tradizione che dimostra la vitalità del paese e le potenzialità che sono sopite, ma possono esplodere per far riprendere al nostro paese una parabola ascendente.

Durante la serata sono stati passati in rassegna tutti i serravallesi che hanno rivestito i panni dei Mugiun e delle Mugiune in questi anni, si è accennato alla gloriosa Brusca Mataras, e all’Eco dal Falor, la rivista edita dal Comitato Carnevale, un florilegio di “fake news” dell’epoca.

L’architetto Guido Bondonno ha portato il saluto del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale, seguito dal Parroco Don Ambrogio, che aveva conosciuto personalmente Ferruccio Mazzone quando era stato viceparroco, e ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “Il comune lavoro dell’Amministrazione Comunale, della Parrocchia, e delle Associazioni è di buon auspicio per il conseguimento di importanti obiettivi”.

Al centro della prima fila, al posto d’onore sedeva Silvia Mazzone, moglie di Ferruccio dal 1953, che impersonò anche lei la Mugiun-a, scortata sul palco dal Mugiun e dalla Mugiun-a: commossa ha ringraziato tutti per la bellissima serata, gli organizzatori e il pubblico che gremiva la platea, le maschere dei paesi vicini. Silvia ha sottolineato il forte amore di Ferruccio per il “suo” Carnevale, che portava leggerezza e spontaneità e che ogni anno arricchiva con iniziative nuove ed originali come il Premio culinario: “Il fagiolo d’oro”: “Ho sposato un uomo che viveva per il Carnevale. La gente lo adorava per il suo naturale carisma, per quel suo sorriso e quel suo spontaneo Vorumsi ben, con il quale suggellava ogni serata.

“Seraval Seraval”: l’inno di Serravalle, cantato da tutto il Comitato e dal pubblico, ha concluso una splendida serata all’insegna della memoria ritrovata, organizzata in modo impeccabile dal Comitato Carnevale, finalizzata a raccogliere fondi per acquistare una lavagna interattiva per la Scuola Primaria.

 

 

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