Attualità
Inaugurata a Ghemme la mostra di Cate Maggia con Silvia Cerioli: “Dialogo d’Arte”
Venerdì 19 luglio nelle sale di Spazio E a Ghemme, al n. 7 di Via Interno Castello, è stata inaugurata la mostra di Cate Maggia con Silvia Cerioli: “Dialogo d’Arte”, curata dalla titolare di Spazio E Enrica Pedretti: tredici sculture e una ventina di dipinti. Non si tratta di una mostra doppia, o di due mostre accostate, ma di un insieme artistico armonico, nato da una condivisione profonda. La mostra, articolata in tre sale, propone dialoghi ed interazioni fra le due artiste, in una condivisione del loro percorso emozionale.
Inaugurata a Ghemme la mostra di Cate Maggia con Silvia Cerioli: “Dialogo d’Arte”
Cate Maggia, di origini walser, dal 2015 vive e lavora nel Monferrato, a Casale Monferrato, in una casa con tanto terreno dove può trovare spazio il suo amore per gli animali: “Mi sono innamorata delle capre d’angora e ne accolgo una ventina che toso, lavorando poi la lana, tingendola e ricavandone oggetti d’arredamento e capi d’abbigliamento: “Le lane di Cate”.
L’artista laureata in architettura, ha svolto interessanti esperienze nel campo del restauro artistico, parallelamente all’attività di progettazione d’interni. Inesausta sperimentatrice, eclettica, ha esplorato le possibilità espressive di varie tecniche. Cate Maggia, che espone in gallerie e fiere internazionali, è nota anche come organizzatrice di mostre d’arte e eventi. Fili di vari materiali e dimensioni creano il collegamento dell’umano con il divino: “Il filo dorato richiama la sacralità dei paramenti, mentre le figurine, minuscole di fronte al Mistero assumono atteggiamenti diversificati: frontali, di spalle, o addirittura capovolte”. Cate valorizza la bellezza delle vecchie tele tessute in casa, larghe solo sessanta centimetri, che venivano “giuntate” con una cucitura piatta per fare le lenzuola, questa tela che nasce dalle donne è utilizzata anche come base per i suoi quadri: “La cementite data sul lato posteriore, rafforza il supporto e affiora nella parte anteriore con effetti cromatici particolari”. L’artista fa uso anche della “rarola”, una particolare tela utilizzata un tempo per rintelare i quadri da chiesa. Nella seconda sala espositiva la curatrice della mostra ha creato una installazione con i “cerchi” da ricamo, in cui operose mani femminili stringevano tele cui affidare sentimenti e messaggi, mentre qui vengono duplicati dalle suggestive ombre. Cate strappa, taglia, fa vedere cosa c’è sotto, dentro, riaffiorano volti e incarnati, ma emergono anche denunce di tipo sociale, come la donna che cerca l’acqua, o persone intente alla ricerca di valori superiori rispetto a quelli espressi dalla quotidianità: “I cerchi sono inscritti nel mio DNA”, commenta l’artista. Nella Sala del camino sono state collocate opere che l’artista definisce: “Un mix di progetti creativi e di tecniche, dove ho sperimentato anche la resina su tessuto che scurisce i colori, producendo un effetto encausto. Non c’è stacco tra il dipinto ed il collage: il gioco prosegue con le forme, e con l’inserimento di altri materiali, come il pizzo per rendere l’idea evanescente della medusa: ci si perde uscendo dalla realtà per sconfinare nel sogno”.
Silvia Cerioli, vive e lavora a Monza. Terminato il percorso accademico ha lavorato presso un laboratorio di marmo a Pietrasanta, affinando la tecnica del marmo. Nel 1998 venne assunta dal Teatro Alla Scala dove ricoprì il ruolo di scultore realizzatore per gli allestimenti scaligeri. Rimase in Scala fino al 2019, collaborando anche con l’Opera “Bastille” di Parigi. Dal 2020 lavora in libera professione come scultrice, affiancando all’attività artistica personale l’insegnamento, collaborando con l’Accademia del Teatro alla Scala: “Naba Nuova Accademia”: “Dopo una intensa e proficua collaborazione con il Teatro alla Scala nell’ambito della scultura scenografica, ho deciso di continuare il mio percorso artistico, spinta dal bisogno di creare opere personali in modo libero, mettendo a frutto l’esperienza tecnica maturata negli anni scaligeri, coniugandola con il mio modo di esprimermi.
Le mie realizzazioni artistiche sono proprio questo, la mia voce. Oltre alla produzione personale artistica collaboro con diversi laboratori di allestimenti scenografici come scultrice realizzatrice, eseguo sculture e prototipi su commissione: attraverso un progetto, una foto, un’idea creo un modello tridimensionale che può essere ingrandito nella dimensione e nel materiale desiderati applicabile alla scenoplastica, alla scultura monumentale, alla scultura evocativa”. Silvia Cerioli nella mostra ghemmese propone marmi: “Un materiale fragile e pesante che però riserva grandi soddisfazioni” gessi policromi, terracotte patinate, lasciate al naturale o dipinte, mentre nella seconda sala presenta opere realizzate con un materiale moderno, estremamente duttile e versatile: la Jesmonite, un’eco-resina a base d’acqua, ampiamente utilizzata per realizzare oggetti decorativi sagomati, sicura da usare, che non contiene sostanze chimiche nocive: dal modello in argilla, si ricava lo stampo in silicone in cui si cola la resina che si indurisce al contatto con l’aria e quindi viene rifinita, grattando e lisciando. Crevées, sono affascinanti figure femminili curvate, come fossero esauste, stanche, piegate sotto il peso dei giorni e della vita, provate, ma non vinte.
La mostra sarà visitabile fino al 15 settembre 2024, da giovedì a domenica, dalle ore 12 alle 22.
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