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Inaugurata la mostra: “Sogno di un pomeriggio di mezza estate: Van Gogh in Valsesia?”

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Sabato 10 agosto, in Biblioteca a Varallo, è stata inaugurata la mostra: “Sogno di un pomeriggio di mezza estate: Van Gogh in Valsesia?”, realizzata da due fotografi: Sergio e Lorenzo Lombardi

VARALLO – Sabato 10 agosto, in Biblioteca a Varallo, è stata inaugurata la mostra: “Sogno di un pomeriggio di mezza estate: Van Gogh in Valsesia?”, realizzata da due fotografi: Sergio e Lorenzo Lombardi, che non mancano mai al tradizionale appuntamento di mezza estate nell’accogliente portico di Palazzo Racchetti. Trentatré tele “alla maniera di Van Gogh”, creano l’illusione di entrare nel sogno ed esaudire quello che si dice fosse stato l’ultimo desiderio del pittore, che morì il 29 luglio 1890, dopo un’agonia di tre giorni, espresso all’amato fratello Theo: “Ora mi piacerebbe ritornare”.

“Sogno di un pomeriggio di mezza estate: Van Gogh in Valsesia?

Vincent Van Gogh non vendette mai un quadro mentre era in vita, ma, pienamente consapevole del suo valore, quell’incomprensione, squarciata solo da alcune amicizie, come quella con Gauguin, lo soffocò. Proprio all’intenso e drammatico rapporto tra i due pittori si ispira una delle più belle canzoni di Roberto Vecchioni: Vincent: “Dolce amico mio / fragile compagno mio, / al lume spento / della tua pazzia / te ne sei andato via, / piegando il collo / come il gambo un fiore: / scommetto un girasole”.
L’idea della mostra nacque la scorsa estate in biblioteca: una signora disse a Sergio Lombardi che le fotografie modificate con tecnica pittorica, esposte nella sua prima mostra: “Onde di colore”, le ricordavano le opere di Van Gogh. Con l’aiuto di Lorenzo, esperto in tecnologie informatiche, nacque il progetto di trasformare alcune fotografie di Varallo e della Valsesia in “quadri”: “Non è una mostra di falsi d’autore, ma si è cercato di immaginare Vincent che si aggirava per Varallo e la Valsesia con i colori e la sua tavolozza, dipingendo scorci, persone, paesaggi che lo avevano colpito”. In mostra sono esposte anche due immaginarie lettere scritte a Theo da Varallo, una all’arrivo, datata 14 maggio 1887, che esprime l’entusiasmo che questa terra gli avrebbe suscitato: “Ho trascorso ore a passeggiare per le stradine strette, osservando la vita quotidiana che scorreva intorno a me, cercando di catturare quei momenti fugaci che rendono questo luogo così speciale”. A ottobre Vincent, prima di lasciare Varallo e la Valsesia, scrive: “Con il cuore colmo di nostalgia per questo luogo con i suoi paesaggi e la sua luce”, ma anche per l’accoglienza affettuosa che gli fu riservata dalla gente del posto. Nei bozzetti, conservati nelle bacheche, schizzi dei lavori agricoli, volti delle persone, particolari architettonici, accompagnati da brevi pensieri “valsesiani”.

Come se entrambi fossero stati travolti dal vento che li sospingeva, rincuorandoli o sferzandoli, Theo non sopravvisse che sei mesi a quella notte del 29 luglio 1890, quando un refolo spense la candela di Vincent, ma non i suoi meravigliosi colori, quel giallo acido e velato che divenne la sua cifra pittorica.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 25 agosto, negli orari di apertura al pubblico della Biblioteca: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30, martedì anche al mattino 9 – 12. Sabato 9-12 e dalle 15 alle 19; Domenica 10-12 e 15 – 19, ma grazie alla disponibilità dei due autori ci saranno anche aperture serali e suggestive visite guidate.

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