Attualità
Inaugurato il nuovo spazio espositivo dedicato alla Beata Panacea

GHEMME – «Per me è un sogno che si realizza»: con queste parole don Damiano ha inaugurato il nuovo spazio espositivo permanente dedicato alla Beata Panacea, frutto del lavoro di molti volontari che a titolo gratuito hanno messo a disposizione tempo e competenze.
Inaugurato il nuovo spazio espositivo dedicato alla Beata Panacea
Un luogo che il parroco, scherzando, ha affermato di aver immaginato già dal secondo giorno del suo servizio a Ghemme: «È uno spazio contenitore di storia e arte, posto dentro alla Cappella di Santa Maria, un luogo di cui i ghemmesi solitamente non usufruiscono. Qui si conserva la più antica immagine di Panacea presente nel paese, risalente al Cinquecento».
Questo luogo ha lo scopo di far memoria delle nostre origini: sono esposti antichi ex voto figurati, stendardi, alcuni dipinti relativi all’edificazione dello scurolo, i bozzetti preparatori degli angeli affrescati sulla cupola, altri disegni realizzati da Edmondo Poletti. Completa il percorso il corridoio, in cui sono stati esposti gli ex voto appesi fino agli anni Sessanta sulle pareti dello scurolo. «Chi li ha donati, lo ha fatto per raccontare qualcosa, sono opere di arte e di storia che oggi vengono valorizzate; ci parlano di piccole e comuni circostanze della vita».
Don Damiano, prima di lasciare la parola a Sergio Monferrini, ha voluto ringraziare citando personalmente tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione: Achille Francoli, Alberto Cerana, Angela Arlunno, Azzimonti Paolino SpA, Carlo Alberto Perotti, Carlo Olivero, Chiara Milanesi, Fapas SpA, Franco Mercalli, Loredana Nicola, Luciana Venticelli, Mario Cagnardi, Mauro Gibbini, Mauro Imazio Agabio, Mauro Marelli, Mirko Alessi, Nicola Palmieri, Paolo Pasquali, Pasqualino Schiavetta, Renato De Vecchi, Roberto Nicola, Rosella Sebastiani, Sergio Monferrini, Stefano Sebastiani, Suor Antonella Arborio, Umberto Sola, Ursola Massarotti.
Monferrini ha raccontato la storia della cappella, soffermandosi sui due antichi affreschi, datati 1543 e realizzati da Giulio da Milano, e proseguendo con le vicende della Confraternita di Santa Marta, che si serviva di questo spazio. Si è poi soffermato sui piccoli quadri che raccontano l’edificazione dello scurolo e sulle ante dipinte che chiudevano l’urna della Beata Panacea.
Ha così fornito un «assaggio» di quanto esposto in questa prima sala, cedendo la parola a Carlo Olivero che ne ha spiegato le scelte d’allestimento. Attraverso un QR-Code è possibile collegarsi al sito della parrocchia dove sono presenti maggiori dettagli riguardo i vari manufatti.
È stato infine rivolto un invito a tutti coloro che, osservando qualche ex voto, possano riconoscere un parente, contribuendo così alla salvaguardia della memoria di fede e storia della nostra comunità.

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