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Inaugurazione della mostra di Enrico Pettinaroli a Grignasco

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Inaugurazione della mostra di Enrico Pettinaroli a Grignasco

GRIGNASCO – Enrico Pettinaroli grignaschese, che ama definirsi semplicemente “creativo” domenica 13 ottobre a Grignasco, nel suggestivo spazio della Chiesa sconsacrata di Santa Maria delle Grazie, ha inaugurato una mostra antologica che riassume fin dal titolo: 585 EP la sua rinnovata attività artistica.

Inaugurazione della mostra di Enrico Pettinaroli a Grignasco

La mostra che sarà visitabile il 17, 18 e 19 ottobre dalle 17 alle 19, propone opere appartenenti a momenti diversi della vita dell’artista, raggruppati per temi e per tecniche artistiche utilizzate, che esprimono la sua personale lettura della realtà, ma soprattutto il senso di essere cittadino di Grignasco e del mondo.

Un’anteprima del futuro è rappresentata dai due quadri: Maledetto Cavallo e Spartan, che saranno esposti a Cameri in una mostra omerica, mentre di straordinaria attualità sono le quattro grandi tele dedicate alle catastrofi naturali che si abbattono sul pianeta e con la loro forza distruttiva annientano uomini e cose: incendi, terremoti, alluvioni e tornado: sono momenti in cui la natura fa sfoggio della sua forza, umiliando l’uomo che ha pensato di dominarla.

Enrico ha dedicato alle donne riflessioni importanti, realizzando opere esposte in occasione dell’8 marzo, ma il tema femminile attraversa anche molte delle opere esposte che ritraggono donne diverse, declinate in modo singolare, dove la bellezza è qualcosa che nasce da dentro, si coniuga con la semplicità di donne che si specchiano e fanno fatica a riconoscersi, perché nel cuore sono rimaste le ragazze di ieri. La Madonna, rappresentata in modo semplice, spoglio dei tradizionali attributi iconografici: “Simply Her”, guarda quel figlio il cui volto è realizzato con una serie di cerniere per ricordare come l’importante sia comunicare, aprirsi agli altri, connettersi.

Le recenti mostre “Emozioni” e “Ossidheimer” sono richiamate attraverso alcune opere: dalle stampe monotipo, delle quali una è stata selezionata da Giorgio Gregorio Grasso per essere inserita in una pubblicazione dedicata alla Biennale di Venezia, agli studi sulla ruggine che mostrano lo stato di decadenza fisica e mentale propri delle persone che si ammalano di Alzheimer, diventando sempre più avulse dalla realtà, chiuse in un mondo che li deteriora e li trasforma in polvere. L’opera forse più sofferta è l’Angelo verderame, dipinto la notte in cui il padre stava morendo, quasi per aiutarlo a liberarsi dalla corporeità, per diventare un puro spirito libero.

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