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Incontro a Boccioleto dedicato a Pino Cucciola

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Incontro a Boccioleto dedicato a Pino Cucciola

BOCCIOLETO – Sabato 31 agosto 2024, al Teatro comunale di Boccioleto, alle ore 16, si è tenuto l’incontro dedicato a: Pino Cucciola (1926-2014).

Incontro a Boccioleto dedicato a Pino Cucciola

Partigiano, poeta, volontario di Montagna antica Montagna da salvare e intellettuale popolare, organizzato da: CAI sezione di Varallo – Commissione Montagna antica Montagna da salvare, in collaborazione con ANPI Varallo e Alta Valsesia, IstorBiVe (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese, in Valsesia), Biblioteca Civica “Farinone Centa” di Varallo, Incontro biennale di poesia dialettale valsesiana “Pinet Turlo” (Grignasco), Rassegna poesie dialettali (Valduggia), Concorso di poesia “Castello di Sopramonte” (Prato Sesia), con il patrocinio del Comune di Boccioleto.

Dopo un breve saluto del Sindaco di Boccioleto, Walter Fioroni, di Sara Montanari, Presidente dell’ANPI Varallo e Alta Valsesia, di Bruno Rastelli, Presidente ANPI Provinciale, che ha portato un ricordo personale di Pino e di Enrico Pagano, Direttore IstorBiVe, che ha presentato il progetto in cui l’Istituto fu coinvolto all’inizio degli anni 2000: “La memoria delle Alpi”, al quale Pino diede generosamente il suo apporto, e il video, disponibile su You Tube, realizzato da Marta Ghelma e Marianna Ferrari, dal quale è stata estrapolata l’intervista a Pino sull’eccidio del Fei, sono iniziati gli interventi dei relatori della giornata, a ciascuno dei quali era stato affidato un tema legato alla molteplicità degli interessi coltivati da Pino Cucciola. Roberto Fantoni, ideatore dell’incontro, ha svolto le funzioni di coordinatore. Tra il numeroso pubblico era presente anche Alessandro Orsi, Presidente dell’ANPI di Borgosesia.

Piera Mazzone, ricordando come in Biblioteca a Varallo Pino avesse sempre depositato le sue pubblicazioni e anche i Cansun dal Carlavèe, oltre a prezioso materiale inedito, ne ha delineato la figura seguendo il filo dell’Amicizia personale e dei ricordi, sottolineandone le doti umane e intellettuali, l’eclettismo e la capacità di coniugare la teoria con la pratica: “Entusiasmo e generosità lo caratterizzarono e lo rendono davvero indimenticabile”.

Angela Regis, studiosa di storia contemporanea, ha intersecato interviste, scritti e memorie inedite, poesie, per delineare la scelta di Pino, appartenente ad una famiglia antifascista, di aderire alla Resistenza, sottolineando come l’eccidio del Fei avesse segnato una vera e propria maturazione delle sue scelte e concludendo con l’eredità morale condivisa, in cui non c’era posto per l’odio. Giorgio Salina, attraverso molteplici citazioni, ha fatto emergere le qualità del “Pueta dla Val”, che scriveva in lingua e in dialetto, ricordandone le pubblicazioni e le partecipazioni a tutti gli incontri che si svolgevano sul territorio valsesiano, e: “L’evoluzione dalla giovinezza briosa alla pacata senilità”. Silvano Pitto, Segretario di Montagna Antica Montagna da Salvare, ha mostrato come Pino avesse subito aderito con entusiasmo al progetto proposto da Ovidio Raiteri, impegnandosi personalmente nella realizzazione degli interventi di conservazione e restauro e nella progettazione dei Sentieri dell’Arte.

Pino aveva redatto un minuzioso inventario delle cappelle e oratori della Val Sermenza, con schede dettagliate e corredate da fotografie e osservazioni sulla tipologia dei vari edifici e sullo stato di conservazione, in cui talvolta manifestò anche il suo disappunto per la mancata manutenzione dopo gli interventi: “Le nostre fatiche sepolte sotto i rovi e le piante e la cappella trasformata in un deposito di legname”. “Si occupava personalmente del rifacimento e della manutenzione dei tetti in beole, come testimoniano le molte immagini che lo ritraggono al lavoro”: Silvano Pitto ha concluso ricordando come Pino fosse solito suggellare ogni intervento con una composizione poetica. L’ultima relazione è stata quella di Roberto Fantoni che ha proposto per Pino la definizione di “intellettuale popolare”, mutuata dall’etnografia e dall’antropologia: “Pino ha raccolto tutte le testimonianze sul territorio e sulla sua amata Valle, ricordi personali, racconti degli anziani, cuntàa, leggende, con l’obiettivo di conservare e tramandare. Purtroppo poco di questi veri e propri saggi di carattere etnografico ed antropologico è confluito nelle pubblicazioni e molto materiale prezioso è tuttora inedito”. “Nella sua casa accoglieva studiosi e ricercatori, ma anche semplici curiosi, sempre riservando loro attenzione e pazienza”: Fantoni ha ricordato che Pino, instancabile ricercatore, ha lasciato un manoscritto pronto per la pubblicazione: “La madia. Racconti di Pino Cucciola”, suddiviso in centoquarantasei capitoli, lanciando un appello a raccogliere la sua eredità, affinché non si disperda.

Al termine del pomeriggio è intervenuto il Sindaco ricordando che il Ministero della Cultura ha erogato un importante contributo per la conservazione ed il restauro dell’Oratorio di San Pantaleone, tanto caro a Pino, mentre Giulio Bedoni ha definito Pino Cucciola: “Poliedrico Uomo del fare”, e nel contempo: “Persona di assoluta semplicità”.

A tutti i presenti è stata distribuita una pubblicazione, corredata da fotografie e disegni, che conteneva tutti gli interventi del pomeriggio.
I familiari di Pino erano tutti seduti in prima fila, emozionati e commossi: la moglie Elmira, i figli Ileana, Mariuccia e Claudio, che è intervenuto alla fine per ricordare l’eredità più preziosa lasciata da Pino: i Valori e per ringraziare, gli organizzatori, i relatori e tutto il pubblico presente, offrendo ai relatori un dono prezioso: uno dei “libri” di legno, scolpiti e intagliati da Pino, che racchiudeva uno scrigno per custodire i ricordi, tra i quali certamente ci sarà questa giornata.

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