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Italo Mazzone: una vita dedicata a Piane

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Si è spento dopo una lunga malattia, all’età di settantotto anni Italo Mazzone, pianese DOC, che professionalmente aveva gestito per molti anni un’auto-scuola a Gattinara. Dopo la pensione si occupava, pressoché a tempo pieno, della chiesa di Piane: dapprima l’oratorio di San Carlo, a pochi metri da casa sua, costantemente oggetto di opere di manutenzione ordinarie e straordinarie. Italo, con l’amata moglie Andreina, era presente, attento, rigoroso, sostenuto dal suo valido collaboratore, l’infaticabile amico Giuseppe Mazzone, che tra le tante cose, aveva anche restaurato un antico Crocifisso in legno, donato dal compianto Don Pietro Lupo. In occasione dell’annuale festa della Seconda di Maggio, prima della Messa, Italo orgoglioso mi aveva mostrato una statua lignea policroma, raffigurante la Madonna della Fontana di Azoglio, che originariamente era collocata al cimitero di Naula, in una teca posta sulla tomba dei defunti di Margherita Mazzone, e poi era stata donata all’oratorio, posta su un basamento di legno con incisi il nome dello scultore: Benvenuto Mazzone e la data dell’opera: 1935, emersi sul retro della statua durante il restauro, testimonianza della volontà di conservare la Memoria, come valore della Comunità. Monsignor Gianluca Gonzino celebrando la Messa aveva sottolineato che San Carlo era: “Un oratorio amato e ben conservato dalle persone che se ne occupano con amore e continuità, coordinato dal priorato presieduto da Italo e Andreina Mazzone”. Banditore instancabile Italo faceva levitare le offerte per la chiesa e sapeva trovare le parole giuste per valorizzare dolci, salumi e formaggi, invogliando i presenti a rilanciare: la generosità era una delle sue caratteristiche e sapeva indurla nei suoi interlocutori.

Alcuni anni fa Italo aveva invitato l’organista Maestro Mario Duella a fare un sopralluogo all’organo della chiesa parrocchiale di San Giacomo: era salito personalmente sulla scaletta che portava allo strumento, aveva posto domande pertinenti, sarebbe stato un suo sogno far rivivere l’antico strumento, certo ora potrà accompagnare melodie celestiali, camminando leggero, per lui si è ormai concretizzato il tema della speranza racchiuso nel Mistero dell’Ascensione.

Chissà se il caso, o un disegno a noi sconosciuto, ha fatto sì che Italo spirasse ad appena un giorno di distanza da Bruna Grazioli, amica di famiglia con i fratelli Franco e Sergio: una donna dalla bellezza singolare, enfatizzata da un casco di riccioli vaporosi e da un’eleganza discreta e raffinata. Ero bambina quando lei lavorava nel negozio di apparecchi radio-televisivi di Luigi Biglia a Serravalle, accanto al Comune: la ricordo gentile ed attenta, sempre pronta ad accogliere con un sorriso chiunque varcasse la porta di cristallo. Alcune Persone non si rivedono per anni, ma nel ricordo resta indelebile quella particolare connotazione impressa in anni lontani, espressione di valori come l’educazione, la gentilezza, il decoro nel parlare e nel vestire, che sembrano essere obsoleti.

Il nostro Paese perde d’un colpo due persone che in modo diverso era conosciute ed apprezzate: il mondo dei ricordi si fa sempre più affollato.

 

 

Piera Mazzone

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