Attualità
La Fondazione Buonanno con i tablet anche «a domicilio»
Prosegue l’impegno della Fondazione Buonanno – W la Valsesia per dare sostegno al territorio e ai suoi abitanti in questi giorni di grande difficoltà.
Accanto alla continua missione che li vede impegnati nella realizzazione e nella distribuzione di mascherine protettive, i volontari della Fondazione hanno avviato un progetto per dare la possibilità alle persone di rimanere in contatto con i propri cari, anche a distanza.
Lo scorso 8 aprile, infatti, la presidente Emanuela Buonanno ha consegnato all’ospedale di Borgosesia due tablet acquistati grazie alle generose donazioni ricevute e, nei giorni successivi, la Fondazione ha portato a termine la realizzazione di una connessione wireless tramite router all’interno della struttura sanitaria. In questo modo anche i ricoverati presso il nostro ospedale hanno la possibilità di videochiamare e di rimanere in contatto con i propri familiari, i quali non possono, chiaramente fare loro visita per rischio contagio.
Tuttavia, per permettere anche a chi, da casa, non ha accesso a mezzi tecnologici adeguati a effettuare videochiamate, oppure non è capace ad utilizzarli, i volontari della Fondazione Buonanno hanno deciso di portare questo servizio anche «a domicilio».
Con un tablet fisso in ospedale e gestito da un’equipe di psicologi e uno «itnerante» a disposizione dei valsesiani, che i volontari della Fondazione si preoccupano di portare da una casa all’altra, i pazienti ricoverati in ospedale si sentiranno meno soli, così come i familiari da casa saranno rassicurati e rallegrati potendo parlare e vedere il volto dei propri cari.
Dice Emanuela Buonanno: «L’iniziativa di donare due tablet per poter mettere in comunicazione i pazienti affetti da coronavirus ricoverati all’ospedale di Borgosesia con i loro cari ci sembrava, in verità, una piccola cosa, ma abbiamo capito che anche le piccole cose che alcuni di noi possono dare per scontate non lo sono affatto per tutti. Sicuramente vedere gli occhi di queste persone che si illuminano quando possono parlare con i propri cari guardandoli è per noi il regalo più bello».
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