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La Musica Società Operaia e il legame col suo maestro Fabrizio Platini

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La Musica Società Operaia e il legame col suo maestro Fabrizio Platini

GRIGNASCO – La recente scomparsa dello storico direttore della Musica Società Operaia, il maestro Fabrizio Platini, ha suscitato un’autentica onda d’emozione nei musici della «sua» banda. I ricordi e gli aneddoti si sono rincorsi fra chi lo ha potuto conoscere e apprezzare, che hanno sottolineato come non ci sia stato un momento in cui non fosse vicino a «La Música», questo gruppo di appassionati che di giorno lavora in fabbrica o nei cantieri, si occupa dei bambini tra scuola e famiglia, lavora in ufficio o è in pensione, ma che ogni mercoledì sera, dopo cena, si ritrova per le prove.

La Musica Società Operaia e il legame col suo maestro Fabrizio Platini

«Il “servizio” della domenica o durante le festività, le feste comandate o gli appuntamenti tradizionali» dicono dalla MSO «ci vedevano sempre presenti» attorno al maestro. «Fuori faceva freddo o si moriva di caldo, ma alle prove si andava, eccome! Perché c’era chi segnava la presenza, e non era mai bello “marcare mutua”. Ogni concerto era una preparazione che richiedeva impegno e dedizione». E Platini «arrivava sempre puntuale, con la sua borsa di pelle e le cartelline blu. Ogni settimana le parti cambiavano un po’, perché c’era sempre un piccolo, strategico miglioramento personalizzato che, nel complesso, dava vita a un’armonia unica nell’esecuzione. A volte il rigo era completamente stravolto: accenti e note venivano aggiunti, segno che quella parte veniva ascoltata e rieducata armonicamente, con un’attenzione particolare alle capacità individuali di ciascun musicista». Il maestro era capace di creare «equilibrio musicale», mettendo tutti nelle condizioni di eseguire brani di un livello decisamente d’eccellenza per «una banda di paese», ma al di là dell’aspetto musicale Platini era considerato dai suoi musici anche un maestro di vita: «una persona che ti insegna a viverla attraverso il suo esempio. Un modello positivo, un riferimento, una guida che ispira e che puoi decidere di seguire. Nelle scelte artistiche e nella vita. Uomo di parola, sempre disponibile, attento alle esigenze musicali, capace di andare oltre il ruolo artistico per arrivare all’anima».

«Maestro è colui che insegna un’arte, maestro è chi ama quell’arte tanto da fare appassionare chi entra in contatto con l’animo di quell’artista» evidenziano ancora i componenti MSO, rievocando la loro esperienza di ex allievi alle prese con un insegnante «gentile, elegante e cordiale» capace di motivare, spronare, arricchire di «sapere» musicale.

Competenza, amore per la musica e raffinatezza culturale, evidente anche nella scelta dei repertori, caratterizzavano il direttore, «sintesi tra il passato e il futuro» in grado di affrontare con serietà e credibilità l’evoluzione che ha investito il mondo bandistico al passare del tempo, un maestro che riusciva a proporre brani classici e altri «più scanzonati» con lo stesso garbo culturale riuscendo a coinvolgere e a ottenere risultati eccellenti, apportando correzioni con pazienza e dedicando una grande ricchezza, il suo tempo, a tutti i suoi musici.

Quegli stessi che «oggi che scende dal podio lasciando la bacchetta sul leggio, mentre si starà chiedendo se il concerto è piaciuto» non hanno dubbi: «Le diremo che il concerto è stato bellissimo e la ringraziamo ancora una volta» con l’unico dispiacere che non ci saranno i generosi bis che concedeva.

Tuttavia «gli spartiti, arricciati negli angoli e annotati con mille accenti rossi e blu pastello, restano aperti, quasi a voler far volare le note in uno spazio e tempo assoluto, indelebile». E quindi: «Le note della Sua Banda rimarranno nell’infinito etere, ovunque Lei sia, Maestro, potrà sempre ascoltarci».

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