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«La scuola adotta un affresco» a Borgosesia

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«La scuola adotta un affresco» a Borgosesia

BORGOSESIA – Come momento culminante di un percorso di educazione civica, venerdì 5 aprile alle 21, al Centro Studi «Turcotti» sarà presentato «La scuola adotta un affresco» il progetto che ha coinvolto diverse classi della Scuola Media (in particolare le seconde).

«La scuola adotta un affresco» a Borgosesia

L’affresco in questione è quello della cappella di San Gregorio, un piccolo oratorio situato sulla cima del Colle di Santa Maria di Vanzone che si trova all’interno della casa che sorge accanto alla chiesa. Il dipinto risale al XIV secolo e rappresenta un tema iconografico molto diffuso nel cristianesimo Medievale: la messa di San Gregorio e quindi il celebre miracolo Corporale. Nella scena è presente papa Gregorio Magno mentre celebra la messa nella basilica di Santa Pudenziana a Roma a cui appare la visione di Gesù Cristo che è raffigurato come «Uomo dei dolori» (vale a dire che sul suo corpo reca gli evidenti segni della Passione).

Ma, come spiega il professor Giacomo Verri, uno tra gli insegnanti che hanno guidato il progetto scolastico, dietro a quello che potrebbe sembrare un normale affresco appartenente al tardo Gotico valsesiano (di cui vi sono tantissimi esempi nelle chiese e negli oratori sparsi per tutta la Valle) c’è qualcosa di più: «Anche la scena riprodotta è piuttosto comune, ma ciò che la rende particolarmente curiosa è il fatto che sia accompagnata da un testo, la cosiddetta “Lauda di Vanzone”. Si tratta di una dicitura utilizzata per la prima volta da Carlo Conti poi rivelatasi imprecisa: con “laude” infatti, si intendono le poesie religiose del XIII secolo, mentre questa è ben più antica e probabilmente risale all’epoca Carolingia. Tra il 1300 e il 1400 era normale riprendere queste antiche formule con lo scopo di farne delle preghiere indulgenziali per la liberazione delle anime». Il testo riportato nella cappella di Vanzone è noto ed è riportato in diversi libri e opere d’arte, ma, continua il prof. Verri: «Degno di interesse è il fatto che il testo dell’iscrizione sia bilingue: l’introduzione è in latino, mentre la preghiera è in lingua volgare. Il che lo rende un esemplare unico in Italia, perché esiste un’altra iscrizione di questo tipo in un dipinto prodotto in area umbra, ma che attualmente è conservato a Colonia, in Germania».

Dalla presa di coscienza della notevole rilevanza storica e artistica dell’affresco (avvalorata anche grazie al contributo della professoressa Nadia Cannata dell’Università La Sapienza di Roma che ha catalogato tutte le iscrizioni in volgare presenti in Italia) è nato il progetto di educazione civica che ha come protagoniste alcune classi della Scuola Media: «Lo scopo» spiega Verri «è innanzitutto quello di far conoscere agli alunni la storia e la storia artistica della nostra città attraverso lo studio e l’analisi di quella che è una rarità non solo per il nostro territorio, ma per tutta Italia». Sono state coinvolte soprattutto le classi seconde, perché il periodo storico in cui si colloca l’affresco fa parte del loro programma di studio, ma il progetto è stato ben più ampio e ha toccato diverse discipline: dalla letteratura, alla storia, dalla tecnologia, alla storia dell’arte. E naturalmente un numeroso gruppo di insegnanti che oltre a Verri sono: Eleonora Beggino, Francesca Poli, Rossella Ratto, Gabriele Artuso, Camilla Marone Bianco, Marta Fortis, Francesca Guala, Sara Brandi, Federica Guidetti, Claudio Carofiglio.

In queste settimane gli studenti hanno fatto un primo sopralluogo sul sito dove hanno osservato da vicino l’affresco cogliendone i dettagli, dopodiché in classe hanno approfondito il contesto storico, fatto una ricerca iconografica dell’opera, analizzato il testo, riprodotto il disegno e realizzato diversi pannelli esplicativi che saranno esposti alla serata di presentazione.

Ma, come è chiaro dal titolo del progetto «La scuola adotta un affresco», l’iniziativa ha anche un’altra finalità: coinvolgere la comunità, gli enti e le associazioni per «salvare» questo esemplare unico dal cattivo stato di conservazione in cui si trova. «Oggi le condizioni del dipinto sono penose» dice il prof. Verri «probabilmente in passato è stato oggetto di tentativi di furto e sicuramente è stato danneggiato dalle infiltrazioni d’acqua, tanto che, quello che possiamo osservare è solo una parte del disegno originale che abbiamo potuto ricostruire grazie ad alcune foto dell’epoca scattate dallo stesso Conti. Il nostro obiettivo è anche quello di sensibilizzare la comunità borgosesiana in modo che in futuro si possa pensare a un progetto di restauro dell’opera che le restituisca il giusto valore».

Da non perdere, quindi, la serata di venerdì 5 aprile (che, inoltre, è patrocinata dal Comune di Borgosesia); gli alunni coinvolti nel progetto faranno da «cicerone» e presenteranno al pubblico le loro ricerche e il materiale da loro raccolto, dando un’analisi approfondita dal punto di vista storico e artistico. Saranno presenti anche alcuni studenti del corso musicale della Scuola Media che accompagneranno la presentazione eseguendo al violino, pianoforte, chitarra e flauto traverso uno speciale programma di musica dedicato al periodo rinascimentale.

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