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La sezione Anpi alla «Pastasciutta antifascista»

GATTINARA – La partecipazione della sezione Anpi cittadina a un evento svoltosi in una data e in un luogo simbolo della memoria resistenziale sono all’origine di questo resoconto fattoci pervenire dal vicepresidente sezionale Ubaldo Gianotti.
La sezione Anpi alla «Pastasciutta antifascista»
Venerdì 25 luglio la Sezione Anpi XX Giugno di Gattinara ha organizzato una gita a Gattatico, per visitare il Museo «Casa Cervi» e partecipare all’evento «Pastasciutta Antifascista a Casa Cervi».
All’iniziativa hanno aderito 47 iscritti ed è stata un’esperienza fantastica, nuova per tutti, con un’accoglienza particolare per il nostro gruppo che ha rappresentato non solo l’Anpi di Gattinara ma le Anpi della Valsesia, del Vercellese e del Novarese. La «Pastasciutta Antifascista» è una tradizione popolare nata il 25 luglio 1943, giorno in cui Benito Mussolini fu destituito e arrestato. I fratelli Cervi, noti per il loro impegno antifascista, celebrarono questo evento offrendo pasta a tutti gli abitanti del loro paese, Campegine, in segno di liberazione e speranza. Questo gesto simbolico diede origine, appunto, a questa tradizione, un momento per ricordare e onorare la lotta contro il fascismo e i valori di libertà e democrazia.
Col tempo la manifestazione è diventata appuntamento annuale, celebrato in molte città italiane per ricordare i valori della Resistenza e della Costituzione. Sono trascorsi quasi 82 anni dall’uccisione terribile, crudele e disumana dei sette fratelli Cervi – Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore – il 28 dicembre 1943, una data cruciale per la memoria del territorio, della comunità di Reggio Emilia per tutta l’Italia antifascista. Genoeffa Cocconi, mamma Cervi, scompare a 68 anni il 15 novembre 1944, a seguito della prostrazione per la perdita dei figli, e di un ulteriore assalto fascista alla casa un mese prima: “…il padre è forte e rincuora i nipoti / dopo un raccolto ne viene un altro / ma io sono soltanto una mamma / o figli cari / vengo con voi”, sono i versi finali della celebre epigrafe loro dedicata da Piero Calamandrei. Il papà Alcide muore a 95 anni nella notte tra il 26 ed il 27 marzo 1970. Il Museo Cervi si trova nella bassa pianura reggiana, fra i Comuni di Gattatico e Campegine, ed è realizzato nella casa colonica dove la famiglia Cervi arrivò nel 1934. Contadini mezzadri, i Cervi compirono all’inizio degli Anni ’30 scelte che si riveleranno fondamentali sia in ambito produttivo sia nel consolidamento di un deciso orientamento antifascista, la loro area produttiva diventerà «Località Campi Rossi».
La vicenda dei sette figli maschi di Genoeffa e Alcide assume da subito un forte valore simbolico, mentre la loro casa, divenuta durante il secondo conflitto mondiale punto di riferimento e di concreto aiuto per antifascisti, renitenti alla leva, e per chi si opponeva alla guerra, diventa la meta privilegiata di tutti coloro che si riconoscono nei valori dell’antifascismo e della democrazia. Solo nell’ottobre del 1945 Alcide Cervi potrà far sì che venga celebrato un funerale solenne per i suoi figli. Nel pomeriggio del 28 ottobre, dopo la manifestazione di affetto dei cittadini emiliani, i feretri dei fratelli sono portati al cimitero di Campegine. Casa Cervi diventa «Museo per la storia dei movimenti contadini, dell’antifascismo e della Resistenza nelle campagne», dopo uno spontaneo processo di trasformazione che si è concluso con il riallestimento del 2002, grazie alla provincia di Reggio Emilia, al Comune di Gattatico e all’Istituto Museo Cervi. Il Museo Cervi permette oggi di riscoprire la storia di questa famiglia, attraverso percorsi di visita nuovi e in costante aggiornamento, sia all’interno delle stanze del Museo, che sul territorio.
L’itinerario di visita all’interno del Museo si snoda attraverso tre sezioni principali: «Il lavoro contadino», «L’antifascismo e la Resistenza» e «Una famiglia nella memoria». Il nostro gruppo ha avuto l’opportunità di avere a disposizione due bravissime guide che ci hanno raccontato la storia sopra descritta e ci hanno indirizzato su cosa vedere e cosa scoprire lungo l’itinerario, con curiosità come il Mappamondo sopra il primo trattore acquistato da Alcide.
Dopo la visita, alle 19, l’organizzazione ha aperto il Bar e la ristorazione per assaporare alcuni alimenti tipici emiliani, come lo gnocco fritto e la salamella alla brace. Nel frattempo hanno preparato la Pastasciutta al Ragù ed alle Verdure a “offerta libera”, da portare alle circa 60 tavolate di 30 persone.
Abbiamo avuto anche la possibilità di avere insieme, per tutta la serata, Adelmo, figlio di Aldo e di Verina Castagnetti, che il 28 dicembre ‘43 aveva 4 mesi, e che ci ha onorato della sua dedica sul libro della storia della Famiglia Alcide Cervi e Genoeffa Cocconi, acquistato nello stand di segreteria.
Inoltre, hanno portato il saluto Albertina Soliani, Presidente dell’istituto Alcide Cervi, i sindaci di Gattatico, Parma, Marzabotto, rappresentanti della Provincia di Reggio Emilia e della Regione Emilia Romagna. Come Anpi Gattinara abbiamo donato al Museo una targa, a disco, in bronzo, con in rilievo un Partigiano e la scritta «Il mio nome è Libertà».

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