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Le novità del Piano straordinario per i pronto soccorso in Piemonte

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Sono numerose le misure contenute nel Piano straordinario per i pronto soccorso elaborato dalla Regione Piemonte per decongestionarli e garantire una migliore assistenza agli utenti.

Innanzitutto, il documento presentato dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori alla Sanità Luigi Genesio Icardi e alle Politiche sociali Maurizio Marrone, insieme al commissario e al direttore sanitario dell’Azienda Zero Carlo Picco e Gianluca Ghiselli, comprende una serie di azioni immediate, da rendere operative entro gennaio 2023:

* incremento straordinario dei posti letto con l’attivazione di posti aggiuntivi in area medica (+10%) e in area chirurgica (+5%) per acuzie e post acuzie), retribuzione del personale del comparto coinvolto, trasferimento in Cavs e Rsa di dimissioni protette per lungo degenze e posti di sollievo per i casi sociali, in strutture accreditate o private per lungodegenze e riabilitazioni;

* creazione di una task force medica dedicata nei fine settimana per la notifica degli inserimenti in struttura extraospedaliera e di una cabina di regia per le dimissioni protette;

* ampliamento della fascia oraria dei ricoveri dal pronto soccorso

* monitoraggi per ottimizzare la gestione degli afflussi, come le tipologie di intervento, il numero di pazienti in attesa, il flusso minimo giornaliero di ricovero nei reparti di degenza di pazienti provenienti dal pronto soccorso, l’ottimizzazione dei ricoveri per le patologie di confine tra vari reparti in base ai posti disponibili;

* potenziamento del personale in seguito al concorso per il reclutamento di medici di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza liberi professionisti, specialisti in Medicina interna, infermieri ed operatori socio-sanitari bandito dall’Azienda Zero.

Per quanto riguarda Torino sono state ricordate le azioni di potenziamento già completate: il nuovo pronto soccorso dell’ospedale Martini, il raddoppio di quello del San Giovanni Bosco e 18 posti di subintensiva del “Piano Arcuri”, il completamento dello stesso piano al Maria Vittoria e al Martini con 45 posti totali di terapia intensiva e subintensiva, i 10 posti di intensiva e 14 di sub-intensiva al Mauriziano, la riattivazione a presidio ospedaliero dell’Amedeo di Savoia, la realizzazione all’Oftalmico di 4 reparti per le emergenze con 76 posti letto di cui 16 di terapia intensiva, 8 nuovi posti letto di terapia intensiva al pronto soccorso del CTO.

Nell’area nord della città è in corso una sperimentazione che riguarda il monitoraggio a domicilio di pazienti con sindrome influenzale, in modo da diminuire l’accesso improprio ai pronto soccorso e garantire una continuità di cura ai soggetti più deboli e fragili.

“Il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso si trascina da più di 10 anni, non solo in Piemonte ma in tutta Italia – ha sottolineato Cirio – Questo non deve essere un alibi, ma solo la consapevolezza delle conseguenze di un progressivo impoverimento della sanità pubblica, che ha portato a questa situazione. Perché se riduci costantemente i posti letto dentro gli ospedali è evidente che non potrai occuparli con chi va al pronto soccorso, che di conseguenza dovrà attendere di più dentro le strutture d’emergenza. Questo è un calcolo matematico semplice che il Covid ha ulteriormente evidenziato e per la prima volta negli ultimi 15 anni si presenta un piano straordinario per intervenire su questa criticità”.

“Il Piano straordinario è configurato sulla base del modello che abbiamo sperimentato prima nell’emergenza Covid, poi con le vaccinazioni e la riduzione dei tempi delle liste d’attesa – ha affermato Icardi – Ma siamo consapevoli che molti dei problemi che riguardano i pronto soccorso hanno una soluzione nazionale, a partire dalla carenza di personale, dalla mancata programmazione delle borse di studio e dalla permanenza del numero chiuso per l’accesso a medicina e alle professioni sanitarie. Siamo impegnati soprattutto sul fronte dell’edilizia sanitaria, con la costruzione di 8 nuovi ospedali, la riqualificazione strutturale, assolutamente indispensabile, di numerosi presidi, oltre che con il potenziamento della medicina di territorio, tassello fondamentale per decongestionare i pronto soccorso”-

L’assessore Marrone ha voluto rimarcare che “non si può pensare di intervenire sul carico che devono sostenere gli ospedali senza realizzare una vera integrazione socio-santiaria, che metta al centro la persona, accompagnandola con un progetto di salute individualizzato e non rimbalzandola come una pallina da flipper. Serve risolvere il problema dei cronici che si rivolgono al pronto soccorso, quando potrebbero invece essere assistiti in ambito ambulatoriale o sociale. In questo campo la Regione Piemonte realizzerà un sistema virtuoso che metta in rete Politiche sociali, Sanità, Enti gestori dei servizi socio-assistenziali e realtà del Terzo Settore con un modello tipo di accordo da sottoscrivere nei distretti sanitari, che garantirà uniformità organizzativa e procedurale a tutto il territorio regionale, fissando le stesse asticelle qualitative di servizio”.

Le azioni di medio termine

Previste la creazione di una centrale operativa che monitori in tempo reale tutti gli aspetti collegati alla gestione e ottimizzazione del flusso nei pronto soccorso del territorio, la pubblicazione sul sito di Azienda Zero di un tabellone dove consultare in tempo reale il numero delle persone presenti e in attesa nei pronto soccorso del territorio e valutare quindo dove recarsi per un accesso autonomo, la revisione della delibera n.1-600/2014 di adeguamento della rete ospedaliera per aumentare i posti letto per gli acuti.

Le azioni di lungo termine

Verranno potenziate le strutture di edilizia sanitaria con 8 nuovi ospedali, 29 ospedali di comunità e 91 case di comunità, incrementato il personale che lavora nei pronto soccorso e rafforzata la medicina di territorio. A questo proposito è necessario che a livello nazionale vengano decisi l’aumento delle borse di specializzazione, il superamento del numero chiuso di Medicina, assunzioni attraverso l’incremento dei tetti di spesa.

Le cause del sovraffollamento

Sono la riduzione dei posti letto decisa dalle precedenti Amministrazioni, la vetustà degli ospedali (quasi 1/4 ha vincoli che non consentono adeguamenti), la mancanza personale, la mancata programmazione delle borse di studio a livello nazionale (il Piemonte ne ha finanziate 25 con risorse aggiuntive proprie e con il supporto delle fondazioni, la permanenza del numero chiuso per l’accesso a Medicina e alle professioni sanitarie, la bassa attrattività della specialità in Medicina d’urgenza (con l’impossibilità di affiancare la libera professione), il lavoro usurante.

I numeri in Italia

Nel 50% dei casi il tempo di attesa del posto letto supera gli standard internazionali, che è in media di 6 ore.

Su 20 milioni di passaggi annuali nei Pronto soccorso italiani (fonte Simeu, Società italiana medicina d’emergenza-urgenza), 10 milioni attendono almeno 9 ore, 800.000 più di 48 ore e 300.000 più di 72 ore.

Mancano circa 5.000 urgentisti, ovvero 3 medici su 10 (inclusi i “gettonisti”).
I numeri in Piemonte

I posti letto sono 3,5 per mille abitanti, al di sotto del parametro nazionale di 3,7, e sono diminuiti dai 18.720 del 2010 ai 16.130 del 2019 (fonte Simeu).

Mancano 284 urgentisti, sui 633 previsti (44%) ed è poco attrattivo anche per gli infermieri. Le cooperative coprono il debito orario di 100 medici con una spesa di 1,4 milioni al mese (15 milioni all’anno)

La divisione dei pazienti per tipologia classifica il 61% come bassa gravità (codici verdi 51%, codici bianchi 10%), il 23,5% come media gravità (codici azzurri), il 16% come acuzie (codici rossi 2%, codici arancioni 14%).

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