Attualità
Le Poste, Achille e la tartaruga
No, le Poste Italiane sono «non colpevoli». Ammetto di aver inizialmente addossato a loro la responsabilità per il fastidioso ritardo con cui mi viene recapitato il Valsesiano: è da un po’, infatti, che la copia in edicola il venerdì la ritrovo «in buca» solo il giovedì successivo. Otto giorni per fare poco più di ottanta chilometri sono un po’ troppi, pensavo. A conti fatti la velocità oraria è pressappoco quella di una tartaruga terrestre : dalle Poste Italiane ci si aspetterebbe qualcosina in più. Pensavo. Ma non è così se è vero quello che Zenone di Elea ci ha insegnato duemilaecinquecento anni fa in uno dei suoi celebri «paradossi». Che ci narra la cronaca di un’ipotetica sfida «a chi arriva prima al traguardo» tra il veloce Achille e la lenta tartaruga. Non c’è storia, penseremmo noi. E infatti il magnanimo Achille, consapevole di essere dieci volte più veloce della tartaruga, le concede dieci metri iniziali di vantaggio. Onesto. Pronti, partenza, via. Achille percorre rapido dieci metri mentre la tartaruga ne fa uno. Ma è ancora davanti, di un metro. Allora lo spavaldo Achille percorre quel metro ma si ritrova ancora davanti la mite tartaruga: di un decimetro. Bene, è quasi fatta, pensava Achille. Corre allora quel decimetro ma lei gli è sempre davanti: di un centimetro. Corre quel centimetro, Achille, ma niente da fare, lei è sempre la prima, per un millimetro. E così via, all’infinito: per un pelo ma per sempre la tartaruga arriva al traguardo prima di Achille. Appare perciò filosoficamente inutile che le Poste Italiane assumano come modello di rapidità il veloce Achille. Fatica sprecata.
Come inutile e vana sarà la mia speranza di poter leggere il Valsesiano prima che esca quello della settimana successiva: pazienza, meglio tardi che mai.
Dario SINISTRO
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