Attualità
Le Puncettaie si ritrovano in biblioteca a Varallo per una lezione speciale
VARALLO – Giovedì 1° dicembre le signore che frequentano i corsi di puncetto organizzati dalla SOMS (Società Operaia di Mutuo Soiccorso) – due a Varallo, uno pomeridiano e uno serale, due a Borgosesia, pomeridiano e serale, a Scopello, Prato Sesia, Maggiora e Romagnano – si sono ritrovate in Biblioteca a Varallo, per un’isolita “lezione”, alla quale hanno partecipato anche cinque “Maestre”: Piera Beretta, Cristina Cantoni, Massimina Amisano, Paola Scarrone, che è anche Segretaria, Angela Stefanutto.
In Sala Conferenze sono stati radunati tutti i libri che parlano di puncetto, dai manuali tradizionali a quelli più recenti, insieme a riviste, articoli, tesi di laurea. Fanno parte del patrimonio della Biblioteca dodici raccoglitori suddivisi secondo le categorie: Angoli, Puntine, Circolare, Stelle Verticali, Stelle Diagonali, Stelle Miste, in cui le schede dei vari modelli accolgono il disegno ed il campioncino realizzato in filo. I modelli sono stati creati da una Maestra che oggi vive all’estero: Anna Axerio, che li donò alla Biblioteca perché diventassero patrimonio della Comunità. Il tredicesimo raccoglitore contiene tutte le riproduzioni dei centri lavorati in dieci anni di lavoro. All’Alpàa del 2018 con questo prezioso materiale in Biblioteca fu allestita la mostra: “Puncetto di libri. Libri di puncetto”, che riscosse molto interesse.
L’incontro con le “puncettaie” era nato dal desiderio di far comprendere il valore del puncetto come patrimonio culturale, tanto da essere “classificato” in Biblioteca dove costituisce una sezione bibliografica. Con la lettura del capitolo dedicato a Lady Puncetto, inserito nel volume: “La Valle Nera” di Eberhard Neubronner, è emersa la figura della maestra irlandese Mary Jane Corrigan, nata a Wicklow nel 1861, che nei suoi viaggi alpinistici scoprì la Val Vogna, vicino al Monte Rosa, alloggiando a Cà di Janzo, nella Locanda Alpina di Mister Favro: “In Val Vogna si fanno pizzi, ma commercianti più astuti imbrogliano le donne. Così fu logico pensare di fare qualcosa”. In tredici anni l’intraprendente Miss Corrigan avviò una fiorente attività commerciale e a Cà di Janzo venne anche la Regina Margherita, visita che suscitò una grande eco sui giornali italiani ed internazionali. A Genova la puncettaia Clorinda Favro della Val Vogna conseguì la medaglia d’oro e a Maria Andoli di Casa Piacentino fu riconosciuto il secondo premio: “Ora lavorano già sessanta ragazze per me”, scrisse la Corrigan ad un’amica in Inghilterra. L’impresa però non continuò, Mary Jane rinunciò, forse si scoraggiò e sparì: dopo lunghe ricerche Scotland Yard chiuse il suo caso lasciandolo insoluto. Questo nel racconto pubblicato da Neubronner, nella realtà l’artefice dell’industria dei pizzi in Val Vogna fu Miss Emily Lynch, che nel 1905 a Davos pubblicò un libricino in inglese: ”Valle Vogna and its lace industry”, liberamente tradotto in italiano a cura del Walser Gmai di Alagna e pubblicato nel 1992.
Il lungo cammino del puncetto per conquistare il riconoscimento UNESCO di Bene immateriale dell’Umanità, iniziò nel lontano 2014, quando fu istruita la prima pratica, ripresa nel 2018, interrotta a causa del Covid e ora giunta in una buona posizione, poiché è già stato siglato un protocollo tra ventitrè comunità italiane che “producono” merletti tradizionali: dal Piemonte al Veneto, all’Emilia, fino alla Sicilia e alla Sardegna, creando un percorso virtuoso che attraversa la penisola. Per rafforzare la candidatura UNESCO forse sarà necessario unire anche merletti di altri paesi come quelli francesi, croati o sloveni, come ha dichiarato la Maestra Paola Scarrone, che, con la Presidente Ornella Marchi, segue attivamente la pratica presentata per il riconoscimento UNESCO: “Quest’anno a Venezia si è tenuto il Primo convegno nazionale di arte, conoscenza e patrimonio culturale immateriale : Itinerario dei saperi e saper fare il Merletto in Italia, promosso dalla Dirigente del Ministero dei Beni Culturali, Elena Sinibaldi, che segue la candidatura UNESCO e ci auguriamo che presto sia stampato il “libro azzurro”, intitolato: “Il filo del cuore”, che racchiuderà le ventitrè anime del merletto italiano”.
Piera Mazzone
Direttore Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo
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